Il grido d'aiuto di un padre separato: «Voglio vedere mio figlio».
E’ la richiesta di Massimo Catapano, 33enne di Nocera Superiore pronto a farsi in quattro per poter riabbracciare il suo bambino, che non vede ormai da anni. L'uomo, affetto da problemi psichici, ha lottato duramente per rifarsi una vita dopo la separazione con la moglie e ora ha un unico desiderio da esaudire.
«Ho contattato la mia ex compagna per vederlo, lei dice che non è il caso. Le ho chiesto di vederci, solo io e lei per parlarne e lei non ha mai voluto farlo. Non sono stato un padre, lo so, ho sbagliato, ma ho desiderio, necessità di vederlo. Non voglio che cresca ancora, diventi grande e poi finire a “C’è posta per te”. Forse non si ricorda di me. Lavoravo nell’esercito e potevo scappare, vorrei vedere come cresce. Ho lanciato la mia richiesta su Facebook».
Massimo attualmente è impiegato come aiuto cucina all’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno. «Non avevo neanche i soldi per la spesa. Dal 2013 mi hanno assunto. Ora sto bene, da poco sono fidanzato. La mia vita è sempre stata un casino, ero nell’esercito, poi ho avuto il primo figlio da una prima moglie, ci siamo allontanati. Ho sbagliato molto con lei, non volevano che mi sposassi. Ho saldato i debiti con la mia ex compagna. Non ho pagato il mantenimento. lo ammetto, non sono un buon padre. Ma non voglio perdere mio figlio. So che è possibile vedere i bimbi per una persona con disturbi. Ho parlato col mio psichiatra, sono in cura. Ho subito ricoveri per un disturbo bipolare, ma ora sto bene. Non sono un violento».
Il calvario del 33enne di Nocera Superiore iniziò con cali di concentrazione e attenzione, nel luglio 2010, per poi proseguire con propositi suicidi dopo la morte della madre. «Da giugno di quell’anno non vedo mio figlio. Avevo messo in croce la mia ex compagna per far vedere mio figlio a mia madre. Mio padre ha problemi psichiatrici. Io ho diritto di vederlo. Lo so che non sono un padre, come dice lei, e ha ragione, non ho retto alla responsabilità. Il secondo ha cinque anni, lo vedo, ho un rapporto, gli passo soldi, circa 350 euro al mese. Specie da quando sono passato dal lavoro in prova alle mansioni stabili in ospedale. Al mio primo figlio non posso dare gli stessi soldi, lui ha bisogno dell’affetto di un padre. E’ nato nel 2005. Io ho bisogno del suo affetto».
«Anche io non ho avuto l’affetto di un padre - spiega tristemente Catapano - Non so come si fa, lo sto imparando col mio secondo figlio, con l’inizio del lavoro. La mia ex moglie diceva che ero un fallito, ma ce l’ho fatta, sono al lavoro, in cucina al San Leonardo, mi vogliono bene. Allora ero bombardato di farmaci, non stavo bene ,come potevo stare vicino al bambino? Voglio solo rivederlo, incontrarlo. Solo questo».
Redazione Sa