Delitto Silvia Nowak, compagno fermato non ha ammesso omicidio

La 53enne sarebbe stata uccisa con un oggetto contundente e tagliente

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Castellabate.  

Non ha ammesso di aver ucciso la compagna Kai Dausel, il 62enne tedesco fermato con l'accusa di omicidio volontario e distruzione di cadavere nell'ambito delle indagini sulla morte di Silvia Nowak, 53enne trovata morta a ottobre scorso a Ogliastro Marina, frazione di Castellabate, in Cilento.

Su di lui si sono concentrate le indagini coordinate dalla Procura di Vallo della Lucania, culminate nel decreto di fermo eseguito all'alba di oggi dai Carabinieri della compagnia di Agropoli. I rapporti tra i due, ha spiegato il procuratore di Vallo della Lucania Antonio Cantarella, "non erano idilliaci", ma sono ancora in corso approfondimenti investigativi per far luce sul movente. A carico del 62enne, ha spiegato il procuratore, "convergono una serie di fortissimi elementi", a partire dalle analisi svolte sui rilievi del Ris di Roma.

In particolare, su un paletto della recinzione confinante con la pineta nella quale è stato trovato il corpo senza vita della donna, e dove secondo gli investigatori la stessa sarebbe stata uccisa tre giorni prima del ritrovamento, è stata trovata una traccia di sangue riconducibile alla 53enne tedesca. Particolare che fa ritenere che chi ha ucciso la donna sia rientrato nella loro proprietà dalla parte posteriore dell'abitazione. Inoltre, nella casa in cui i due abitavano, stando a quanto rilevato dalle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza dei vicini, dalle 15 del 15 ottobre in poi non c'era nessun altro, oltre al soggetto che, per la particolare conformazione fisica, viene identificato nel 62enne. La donna sarebbe stata uccisa con un oggetto contundente e tagliente intorno alle 16, poco dopo ci sarebbe stato il tentativo di dare fuoco al cadavere, poi ritrovato semicarbonizzato.