Nessuno sconto per Sabino De Maio e Antonio Di Benedetto che dovranno scontare, rispettivamente, 9 anni e 8 mesi di reclusione e 4 anni.
E' stato respinto il ricorso dalla Corte di Cassazione per il filone d'inchiesta relativo alle connessioni con il clan Pecoraro-Renna nell'ambito di estorsioni e videopoker.
A gennaio 2014 i giudici avevano condannato De Maio a 9 anni e 8 mesi ma gli avevano riconosciuto la continuazione con una precedente condanna del 2010. In primo grado era stato condannato a 10 anni. Considerato il leader del gruppo delle “Nuove Leve”, a lui era stata confermata l’aggravante del metodo mafioso per il quale la difesa (Pierluigi Spadafora) aveva fatto appunto ricorso in Cassazione.
L'operazione venne messa a segno del 2012 e permise di sgominare la gang che chiedeva il pizzo ai commercianti evocando legami con le famiglie camorristiche della Piana. Un gruppo intenzionbato a mettere le mani sui traffici dei videopoker, delle bische clandestine e delle estorsioni tra Bellizzi, Battipaglia e Montecorvino Rovella, dopo i blitz che negli anni hanno decapitato i sodalizi camorristici Pecoraro-Renna prima e di Biagio Giffoni dopo.
De Maio e Azzano erano considerati i promotori e i capi dell’associazione delinquenziale. Tra la fine del 2007 e i primi mesi del 2008 il gruppo consumò una serie di estorsioni ai danni di imprenditori ed esercenti di Bellizzi e Battipaglia chiedendo con fare minaccioso “un regalo per gli amici carcerati”.
Il gruppo criminale portava avanti i nomi dei boss finiti in carcere, dichiarandosi portavoce degli ergastolani “ai quali bisognava fare un omaggio”. Spendendo il loro nome erano riusciti a imporre una serie di azioni estorsive anche sotto forma di imposizione dell’acquisto di materie prime, come le bibite per una nota discoteca del litorale salernitano e l’installazione delle macchinette videopoker in numerosi bar della zona.
De Maio (da agosto 2014 ai domiciliari) riuscì a sfuggire alla cattura, mentre gli altri otto furono aggiunti da misure cautelari e processati. Ieri proprio l’ex latitante e Di Benedetto (il quale, difeso dall’avvocato Caposiena, si è consegnato nel carcere di Firenze) su input della Cassazione che ha accolto solo il ricorso per Fiorello Carrafiello che dovrà scontare solo un residuo di pena.
Si attendono inoltre novità per gli altri coinvolti nella vicenda, come Luca Sorriento e Francesco Cesaro.
Redazione Sa