Caso Scafati, i retroscena sui bandi dell'illuminazione

Usato il trucco delle "ferie forzate"

Scafati.  

Inchiesta Dia a Scafati, spunta il retroscena delle ferie forzate per evitare un bando per l’aggiudicazione della manutenzione dell’impianto di pubblica illuminazione in città.

Al vaglio degli inquirenti, nell’inchiesta al momento concentrata sui primi cinque indagati (il sindaco, Pasquale Aliberti, il fratello, Nello Maurizio Aliberti, la consigliera regionale e consorte, Monica Paolino, la segretaria generale dell’ente, Immacolata Di Saia e lo staffista del Municipio, Giovanni Cozzolino), ci sono le informazioni continuamente acquisite da persone informate sui fatti. Tra i testi ascoltati c’è la funzionaria del settore Gare e contratti di Palazzo Mayer.

La professionista, non indagata, è stata ascoltata a sommarie informazioni riguardo la gestione degli appalti nel Comune di Scafati. Un interrogatorio fiume durato oltre quattro ore, dove la dipendente dell’amministrazione di via Melchiade ha spiegato il metodo utilizzato per l’assegnazione degli appalti. Una panoramica sul “sistema Scafati”, utile per gli uomini della Dia, coordinati dal pm titolare dell’inchiesta, Vincenzo Montemurro, per capire il contesto operativo e metterlo a confronto con le accuse contestate alle persone a cui è stato notificato un avviso di garanzia.

 

Redazione Sa