Tragedia del “Ciclope”, Don Gianni Citro torna all'attacco di istituzioni e proprietà del locale nell’omelia a un mese dall’incidente costato la vita a Crescenzo Della Ragione, ucciso dalla caduta di un masso nella notte di San Lorenzo.
La messa, tenutasi nella Chiesa di Sant’Alfonso, in piazza San Domenico, ha visto la presenza del sindaco Antonio Romano dopo i recenti sconti con il sacerdote.
Anche questa volta non ha avuto parole tenere, don Gianni, nel rimarcare la tragedia e le modalità della morte del giovane Crescenzo, alla presenza anche di amici e parenti della vittima, tra cui la mamma e il papà.
«Con questa messa la comunità dei figli di Dio e di Marina di Camerota vuole offrire in maniera semplice e generosa il contributo della sua preghiera, della sua fede, della sua speranza e della sua fratellanza e dell’amicizia cristiana alla famiglia del caro Crescenzo», ha sottolineato il sacerdote (l'articolo completo nell'app di Ottopagine delle 13, scaricala gratis su Apple store e Google play).
«La fede è lotta contro le tenebre - ha proseguito don Gianni - ed è testimonianza di trasparenza, di lealtà, di amore per la verità. Non è tollerabile che l’ultima immagine di questo ragazzo sia quella scena di un giovane di 27 anni steso sul pavimento di quella maledetta caverna sepolto da un cumulo di pietre. L’immagine che vogliamo ricordare è un’immagine di vita. Marina di Camerota non è un paese che abbandona i morti per strada, Marina di Camerota non è un popolo capace di ballare sul cadavere di un giovane di 27 anni, Marina di Camerota è un popolo che si prende cura dei suoi morti. Chi poteva interrompere la musica ma non l’ha fatto, chi non ha avuto la statura morale e il senso di responsabilità civica di interrompere la musica, si deve vergognare di comparire in pubblico».
Redazione Sa