Gerstivano la piazza di spaccio di Scafati e taglieggiavano privati ed imprenditori, grazie ad una collaudata rete di alleanze che consentiva di mantenere l'egemonia criminale.
Sono 36 le persone coinvolte nell'inchiesta coordinata dalla Procura di Salerno e condotta dai carabinieri del comando provinciale e del reparto territoriale di Nocera Inferiore. Di queste, 5 sono ancora latitanti. Smantellate le organizzazioni criminali operative tra agro nocerino-sarnese e napoletano.
Nel mirino il clan di Boscoreale al vertice del quale ci sarebbe Dario Federico che, dopo aver scontato la condanna per associazione a delinquere, aveva spostato i propri interessi criminali da Boscoreale e Pompei a Scafati, dove gestiva per conto della "famiglia" la piazza di spaccio di Scafati.
Per mantenere il controllo del territorio il sodalizio poteva contare sull'arsenale fornito dal clan Nardiello di Torre Annunziata. I due gruppi avrebbero dunque stretto un'alleanza per colmare il vuoto di potere nella seconda città della provincia di Salerno, dopo gli arresti della Dda che avevano portato - tra l'altro - alle misure cautelari nei confronti dei fedelissimi del boss Franchino Matrone.
Non solo droga: tra le attività criminali gestiti dai clan anche le estorsioni. Almeno una decina gli episodi ricostruiti dagli investigatori. Il più eclatante la stesa nel porto turistico di Marina di Stabia, a Castellammare. In azione un commando armato a bordo di moto di grossa cilindrata, che sparò all'impazzata.
Oltre alle misure cautelari personali, la guardia di finanza di Salerno ha disposto il sequestro di beni mobili e immobili per 3 milioni di euro nei confronti degli indagati.