Crac "Ifil", la procura di Salerno chiede due anni per Piero De Luca

La requisitoria del pm nell'inchiesta che coinvolge anche Del Mese. L'onorevole nega ogni addebito

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Salerno.  

Due anni e due mesi a Piero De Luca e Giuseppe Amato jr: questa la richiesta di condanna che la procura di Salerno ha avanzato nei confronti del primogenito del governatore e dell'imprenditore nell'ambito del procedimento giudiziario sul fallimento della "Ifil".

Nella requisitoria ci sono anche le mogli di Amato e Del Mese (Marianna Gatto e Valentina Lamberti, per le quali la richiesta è di due anni), l'ex socio di Piero De Luca Emilio Ferraro (tre anni) e Luigi Aviono (quattro anni).

Fuori dalla partita Mario Del Mese e Vincenzo Lamberti, che hanno patteggiato. 

Nel mirino della procura i rapporti tra la società "Ifil" con il Comune di Salerno ed il Pastificio Amato. Secondo i pm gli imputati avrebbero concorso alla bancarotta fraudolenta dell'azienda, attraverso la distrazione del denaro per fini personali. 

In particolare, a Piero De Luca vengono contestati viaggi in Lussemburgo (dove l'attuale deputato lavorava, prima di approdare in Parlamento), per un totale di oltre 23mila euro. Per la procura Piero De Luca sapeva che si trattava di soldi della società della quale faceva parte, partecipando dunque alla distrazione.

Accuse, queste, sempre rispedite al mittente dal diretto interessato che ha negato ogni addebito e ribadito la correttezza del proprio operato. I fatti risalgono al 2015: da allora, tra ritardi e lungaggini procedurali, non si è ancora arrivati alla fine del processo.