Omicidio Desiderio, sulla tomba arriva l'ex boss Sasà

Tra domani e martedì sarà a Scafati per recarsi al cimitero

Scafati.  

Un permesso speciale per poter assistere alla sepoltura del fratello e pregare sulla sua tomba. Dovrebbe essere concesso tra domani e martedì a Salvatore Desiderio, per consentirgli di dare l’ultimo saluto a Peppe. Si attende dunque il ritorno a Scafati di “Sasa o’ barbiere”, legato in passato all’ex clan Matrone, per la tumulazione del 57enne presso il cimitero di via della Gloria. Una richiesta avvenuta dopo che il legale dell’uomo, in carcere per una storia di estorsione, lo ha messo al corrente della tragedia di martedì. La notizia, che potrebbe diventare ufficiale già oggi, era più di un’indiscrezione ieri, durante i funerali del fratello. 

Le sue rose, quelle che vendeva in diversi periodi dell’anno, non potevano mancare. Bianche e rosse, profumate e adagiate sulla bara di mogano, mai persa di vista un attimo dalla compagna Luda e dai figli Gabriele e Antonella. Nessuna parola fuori posto, ma tanta compostezza ha contraddistinto l’ultimo saluto allo scafatese Giuseppe Desiderio, il commerciante ambulante 57enne ucciso martedì pomeriggio, nella sua abitazione di via Lo Porto, dal socio in affari Pasquale Balzano. Ieri mattina, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, c’è stato spazio solo per il silenzio e il dolore per una tragedia che ha sconvolto tutti. In tanti volevano bene a “Peppe o’ vruccular”, lavoratore onesto, che nonostante quel cognome ingombrante si dava da fare quotidianamente per dare un futuro dignitoso alla sua famiglia. E ieri quel bene si è riversato nella chiesa a pochi passi dall’ospedale “Mauro Scarlato” e dalla fermata della Circumvesuviana, uno dei posti dove, proprio insieme a Balzano, si fermava a vendere fiori e frutta fresca. E, ironia della sorte, ieri all’arrivo del feretro c’era un’altro venditore ambulante di frutta davanti alla Circumvesuviana, quasi a ricordare i giorni felici dell’uomo di San Pietro.  Una chiesa piena, con tanti giovani, amici e conoscenti che non sono voluti mancare per salutare quello che, per molti, era un po’ l’amico di tutti. 

A cercare di dare una spiegazione a quanto accaduto martedì pomeriggio c’ha provato don Antonio Federico, parroco di Santa Maria delle Grazia, che ha lanciato un appello per i familiari del 57enne. «Giuseppe viveva qui accanto a noi, era conosciuto da molti, soprattutto per il suo carattere e per la sua storia», ha detto dal pulpito. «Con lui, saltuariamente, ho fatto grandi discorsi, era una persona che si affidava alla vita di Dio». Poi, ha provato a dare una spiegazione di quanto accaduto facendo affidamento alla fede, ricordando il commercianto che conosceva bene. «L’atteggiamento che noi adesso possiamo e dobbiamo avere è il silenzio. Un silenzio però pieno di parole di Dio. In questo modo l’amore per il nostro fratello Giuseppe si rafforza, se riusciamo ad avere una fede forte. Dio è il nostro futuro. La vita non è morta ma trasformata. Molte volte Giuseppe veniva qui, in fondo, a sentire la messa. Era un modo per dimostrare la sua fede o forse perché inconsciamente voleva dire addio a tutto questo. Noi oggi siamo la chiesa e quello che possiamo fare è dire a Dio di accoglierlo nella sua fede. Un premio per tutte le fatiche, a volte anche volute, della sua vita. Ora noi preghiamo affinché il nostro fratello Giuseppe venga accolto dall’amore misericordioso di Dio».

Ora si attende soltanto il ritorno del fratello Salvatore per la sepoltura nel cimitero di viale della Gloria. 

 

Redazione Sa