Una lunga carriera criminale, iniziata negli anni ‘80 con l’iniziale neutralità nella guerra di camorra che ha insanguinato Napoli, per poi appoggiare la “Nuova famiglia”. E proseguita nel corso del tempo taglieggiando gli imprenditori a suon di attentati con bombe e ordigni artigianali, rapine, furti e ricettazione.
La Direzione distrettuale antimafia di Salerno ha disarticolato il sodalizio camorristico denominato “I zi maist - quelli di San Lorenzo”, con base operativa a Sant’Egidio del Monte Albino ma operante in tutto l’Agro nocerino-sarnese.
Otto le persone arrestate dai carabinieri del comando provinciale: le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi.
Le indagini – svolte dalla tenenza di Pagani – sono partite nel 2018, dopo una serie di attentati dinamitardi ai danni delle attività commerciali del territorio.
Il procuratore capo Giuseppe Borrelli ha sottolineato come il clan esercitasse “una capillare attività estorsiva e di controllo del territorio”. Per la guida dei pm salernitani, però, elemento particolarmente preoccupante è il clima di diffusa omertà. Quasi nessuno degli imprenditori taglieggiati ha infatti denunciato le estorsioni.