"L'arbitraria e unilaterale ricostruzione dei fatti contrasta con quanto realmente accaduto", così il legale del parcheggio di Positano difende la ditta a due giorni dalla querela presentata al tribunale di Salerno dall'avvocato incaricato da cinque turisti belgi, che hanno denunciato prima di essere stati oggetto di frasi razziste e poi aggrediti da cinque persone all'interno del parcheggio.
Arriva così la replica della ditta Mandara, responsabile dell'area di sosta, che tramite l'avvocato Agostino Amendola "si vede costretta ad offrire le opportune precisazioni a seguito delle sorprendenti notizie apparse con le quale si da conto di una inverosimile aggressione a sfondo razzista a danno di malcapitati turisti stranieri e perpetrata dai dipendenti della società, che sarebbero ricorsi anche alle vie di fatto procurando loro lesioni personali".
Secondo la ricostruzione fornita dall'avvocato Amendola, il gruppo di turisti di nazionalità belga, alcuni dei quali di origine orientale, hanno lasciato i loro veicoli benm consapevoli delle tariffe del parcheggio che "sono esposte in modo chiaro e visibile sia all'interno che all'esterno dell'immobile all'uopo destinato".
"Al momento del ritiro dei veicoli - secondo la ricostruzione fornita dal legale - il personale addetto alla cassa, comunicato il corrispettivo per la custodia, con grande stupore si vedeva contestare immotivatamente dai cinque turisti il prezzo richiesto i quali, erroneamente convinti di essere rimasti vittima di un raggiro, non mancavano, dopo aver pagato, di rivolgere loro l'epiteto di “ladri”. Ancora, con fare provocatorio e indisponente e con il chiaro intento di intralciare l'uscita e l'ingresso in garage degli altri veicoli, i cosiddetti turisti decidevano arbitrariamente di stazionare sulla rampa di accesso in attesa della restituzione dei loro veicoli nonostante fossero stati invitati a spostarsi in un altro luogo. All'ennesimo invito dell'addetto al garage di liberare la rampa, rivolto loro dapprima in lingua italiana e poi in quella inglese, il gruppo dei cinque turisti, che si era espresso in precedenza presso la cassa appunto in lingua inglese, faceva intendere di non capire quanto venisse loro riferito perché capace di comprendere solo la lingua francese. Anzi, occupando sempre la rampa, pretendevano in quanto turisti belgi di lingua francese che ci si rivolgesse loro in tale idioma".
Da quanto dichiarata il legale della ditta: "L'atteggiamento provocatorio e di sfida assunto dai cinque sfociava in un'accesa discussione al culmine della quale un dipendente della ditta mia assistita veniva raggiunto da un violento colpo tanto da dover ricorrere alle cure del pronto soccorso".
Per l'avvocato, quanto riportato, è appurabile anche dalle riprese delle videocamere di sorveglianza già acquisite dalle forze dell'ordine.
"Tanto a conforto di quanti temevano la dispersione di tale strumento di prova che invece è stato prontamente reso disponibile, non avendo la ditta “Mandara” nulla da nascondere", aggiunge Amendola.
"L'attento lettore sicuramente saprà cogliere la bizzarra circostanza per la quale delle persone che non comprendono né l’italiano e né l’inglese, e che pretendevano che ci si rivolgesse loro in francese (circostanza che numerosi testimoni potranno confermare), abbiano di contro percepito di essere fatti indirizzo di offese di stampo razzista", ha concluso l'avvocaro ricordando che "la famiglia Mandara, anche in passato, si è avvalsa di sovente della collaborazione di personale di nazionalità straniera instaurando con loro rapporti di lavoro condotti con reciproca soddisfazione".