Sant'Angelo a Fasanella, avvistato branco di cinghiali

L'allarme della Coldiretti: "rischio per le imprese agricole"

Sant'Angelo a Fasanella.  

Un branco di cinghiali è stato avvistato lo scorso pomeriggio a Sant’Angelo a Fasanella, piccolo borgo della provincia di Salerno, nel Parco nazionale del Cilento e Alburni, in un orto in pieno centro del paese. A dare l’allarme la Coldiretti provinciale di Salerno che continua a denunciare la gravissima situazione ungulati nelle aree dell’entroterra.

I cinghiali sono diventati una questione sociale e come tale va affrontata – osserva il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio - non bastano più soluzioni ordinarie di fronte ad una questione straordinaria. Le poche politiche messe in campo finora sono state insufficienti. Proponiamo un gruppo di lavoro a diversi livelli e competenze che affronti definitivamente la questione senza più rinvii”.

Ci giungono quotidianamente segnalazioni da tutta la provincia – fa eco il direttore di Coldiretti Salerno, Salvatore Loffreda – è difficile fare un censimento preciso e attendibile ma la presenza dei cinghiali si aggira nel solo Parco del Cilento intorno al milione di unità, con danni produttivi incalcolabili. Vi è la necessità di adottare un piano straordinario di interventi per riportare la presenza e la densità degli ungulati in equilibrio con il territorio e di compatibilità con l’attività agricola”. Per la Coldiretti Salerno – che da anni ha sollevato il problema – è necessario anche rivedere il sistema di indennizzo agli agricoltori, introducendo criteri oggettivi per la stima dei danni:

“Attualmente il meccanismo dei risarcimenti è complesso – spiega Loffreda - peraltro viene rimborsata solo una parte del danno reale subito. A questo si aggiunge che gli agricoltori spesso non denunciano nemmeno più i danni subiti, considerata l'inadeguatezza dei risarcimenti e la difficoltà a riceverli in tempi brevi. Il numero elevato di ungulati mette a rischio la sopravvivenza delle imprese agricole dell’entroterra che, in molti casi, non riescono a garantire la normale programmazione aziendale”.

 

Redazione