Grazie all'accesso abusivo al sistema informatico dell'Agenzia delle Dogane truccavano i documenti di esportazione delle merci in transito al porto di Salerno: un modus operandi consolidato, portato avanti nel triennio 2018-2020, scoperchiato da Procura e Direzione distrettuale antimafia che ha portato all'arresto di 7 persone.
Le indagini, condotte dalla Guardia di finanza, hanno portato a 3 misure cautelari in carcere e 4 ai domiciliari. Gli indagati sono accusati di far parte di un gruppo criminale transnazionale che aggirava i controlli doganali. In questo modo venivano attestate false esportazioni di prodotti ad alta fiscalità verso l'estero, in particolare alcool e tabacchi.
Le misure cautelari sono state eseguite nelle province di Salerno, Caserta e Campobasso. Tra i prodotti finiti sotto la lente d'ingrandimento della procura, alcool puro, bevande alcoliche e circa 18 tonnellate di tabacco per narghilè.
In questo modo gli indagati avevano un duplice vantaggio: la disponibilità di prodotti immessi sul mercato a prezzi concorrenziali rispetto a quelli soggetti regolarmente alle imposte e la contestuale evasione sui redditi.
Tra gli arrestati due ausiliari doganisti e uno spedizioniere del porto di Salerno, un finanziere in servizio al nucleo Pef di Caserta e un agente in servizio alla polizia marittima e di frontiera.
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere transnazionale, mancato pagamento dell'accisa sui prodotti alcolici, contrabbando di tabacchi lavorati esteri, falsità materiale e accesso abusivo a sistema informatico. Uno degli indagati era già coinvolto nell'inchiesta sul maxi sequestro di pasticche di droga "Captagon" avvenuto proprio al porto di Salerno nell'estate del 2020.