Acque inquinate, sigilli al Maria SS. Addolorata di Eboli

Indagate tre persone

Eboli.  

Scarichi inquinati all'ospedale di Eboli, scattano i sigilli.

I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno, agli ordini del capitano Giuseppe Ambrosone, nell’ambito delle attività di controllo ai depuratori ed agli scarichi di acque reflue di strutture sanitarie pubbliche e private, in relazione allo stato di inquinamento delle acque marine e dei fiumi, hanno sequestrato gli scarichi di acque reflue industriali del presidio “Maria SS. Addolorata”.

L’attività di polizia giudiziaria in esecuzione al decreto del GIP del Tribunale di Salerno, Vincenzo Di Florio, è stata coordinata dal sostituto Procuratore Mariacarmela Polito, della sezione reati ambientali della Procura Salernitana, guidata dal Procuratore Capo Corrado Lembo.

La Procura della Repubblica ha anche emesso informazione di garanzia a carico di tre persone, tre dirigenti della ASL di Salerno, per la violazione emersa in ordine al reato previsto dal D.L.vo n.152/2006 (Codice dell’Ambiente).

I controlli sono stati eseguiti dal N.O.E. congiuntamente ai tecnici del dipartimento ARPAC di Salerno. I tre dirigenti pubblici sono indagati per avere, in relazione al reato ex art.137 del d.lgs.152/2006, consentito uno scarico industriale senza autorizzazione nella fognatura comunale, immettendo reflui risultati oltre i parametri di legge con riferimento all’azoto ammoniacale ed azoto nitroso.

L’esito degli esami dell’Arpac ha evidenziato la presenza di inquinanti quali il batterio Escheria Coli, presente in misura assai superiore ai parametri di legge.

Lo stesso GIP, nel decreto che dispone il sequestro preventivo, evidenzia che “si rileva un palese malfunzionamento delle vasche di sedimentazione; risultano in aumento, in entrata ed uscita, altri parametri significativi quali BOD, COD, cloruri, ecc., manifestando una evidente incongruenza con il processo di sedimentazione adottato”; evidenzia inoltre il GIP trattarsi di “una situazione di carenza depurativa ed autorizzatoria”.

Il Giudice per le Indagini Preliminari, pertanto, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero, ha ritenuto di disporre il sequestro preventivo di quanto descritto, ma ha inoltre disposto il contestuale dissequestro condizionato finalizzato all’acquisizione delle autorizzazioni di legge, al fine di evitare l’improvvisa interruzione dell’attività assistenziale al cittadino.

 

Redazione