“Nulla ci restituirà Nunzia, Nunzia non la riavremo più, il suo affetto l'amore che ci legava tutti, però ieri è stata una grandissima soddisfazione”, sono le parole velate di dolore di Giovanni Maiorano, fratello di Nunzia Maiorano la 41enne di Cava de' Tirreni uccisa con 47 coltellate dal marito dal quale aveva deciso di separarsi. Un commento amaro che arriva dopo la condanna definitiva per Salvatore Siani, il 50enne giudicato colpevole in primo e secondo grado a 30 anni di reclusione per aver ucciso la moglie nel gennaio del 2018.
In queste ore la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della difesa dell'uomo, confermando il giudizio emesso in Corte d’Assise d’Appello a Salerno nel giugno scorso. La sentenza diventa così esecutiva per l’imputato, in carcere dal ormai 3 anni. Nunzia venne barbaramente picchiata e uccisa mentre preparava il latte per il più piccolo dei suoi tre figli. Il marito la raggiunse a casa della madre, i due avrebbero cominciato a litigare, poi l’aggressione e l'omicidio.
“La decisione della Cassazione è stata una grandissima soddisfazione – continua Giovanni Maiorano – un rito abbreviato, 30 anni che è la massima pena che un criminale può avere lui l'ha ottenuto, per tanto siamo veramente contentissimi. Anche il figlio maggiorenne di Nunzia è stato soddisfatto di questa sentenza.
Rappresenta infatti anche una tranquillità per i ragazzi” conclude Maiorano. Intanto Cava de' Tirreni non dimentica Nunzia. Tra le prime persone a parlare dopo la decisione della Cassazione il presidente della Commissione Pari Opportunità del comune metelliano Filomena Avagliano che ha precisato: “Dobbiamo stare sul territorio, le associazioni ci devono essere, possiamo essere felici in parte per una giustizia avuta ma non è giustizia perché si è portata via una sorella, si è portata via una madre a dei figli per cui la società civile non può più permettere che questo accada”.