Una tragedia che continua a far male e proprio mentre la piccola Margarita cadeva da quel maledetto dirupo sul sentiero del Fortino a Palinuro, per un assurdo scherzo del destino, a poca distanza, si teneva un incontro sul palco dell'Antiquarium di Palinuro proprio sul recupero, mantenimento e sicurezza della rete sentieristica Bussento, Lambro e Mingardo. Uno dei partecipanti, Peter Hoogstaden, guida ambientale escursionistica presso trekking Italia e progettista dell’iniziativa di tracciatura e mappatura di circa 150 sentieri del Parco nazionale del Cilento Vallo di diano e Alburni, ha espresso le sue considerazioni in merito a ciò che è avvenuto.
"Purtroppo dopo un fruttuoso incontro sulla sentieristica a Palinuro, dove finalmente tutti gli attori, tra Enti, operatori turistici ed associazioni hanno avviato una programmazione comune in materia di turismo escursionistico, seguendo un Master Plan predisposto dalla Comunità Montana, si è verificato un terribile incidente poche ore dopo e a pochi chilometri di distanza." Comincia un lungo scritto affidato ai social.
"Non ho avuto voglia di rilasciare dichiarazioni perché non è il mio stile parlare di cose che non conosco personalmente. Certamente è una terribile fatalità, di cui non si conosce ancora la dinamica esatta, ma che di certo non dipende dalla manutenzione (o meno) dei sentieri di Capo Palinuro, che frequento da anni. Chi mi conosce sa che non ho mai avuto paura di denunciare quando c'è da denunciare, ma non mi sento di tirare in ballo Comune, Comunità Montana o Parco qui. I sentieri di Capo Palinuro non sono 'per tutti', ma rimanendo sul sentiero stesso è praticamente impossibile precipitare giù.
Urge però sottolineare di nuovo la necessità di creare dei percorsi 'per tutti i gusti' e di una informazione corretta circa la loro difficoltà, di modo che le persone abbiano la possibilità di scegliere percorsi alla loro portata. Troppo spesso vedo promuovere dei sentieri che sicuramente non sono per tutti. E troppo spesso vedo persone su sentieri non adatti a loro. Con la 'moda' del trekking, ormai esplosa, urge un tavolo di confronto tra gli esperti. Non per lanciare accuse, ma per confrontarsi sulle reali possibilità di evitare il più possibile tragedie come queste.
Senza però illudersi che si possano evitare del tutto. Non si può mettere in 'sicurezza' la natura, non si può chiudere tutti i sentieri perché qualcuno si fa male, così come non si possono chiudere le strade perché ci sono incidenti.
Ma con la giusta programmazione si può fare tanto e forse in futuro riusciremo almeno ad evitare gli incidenti 'annunciati', come ormai accade quasi giornalmente sul famoso 'Sentiero degli Dei'.
C'è la necessità di creare una rete 'completa' di percorsi. Con sentieri più facili per evitare che tutti vanno su quelli più impegnativi. C'è bisogno di un coordinamento della manutenzione di questi percorsi. E c'è bisogno di una informazione seria, corretta, sulla reale situazione dei sentiero. Solo coordinando gli sforzi di Enti, operatori turistici, guide ed associazioni si può arrivare a questo risultato. Anche in un arco di tempo piuttosto breve." Spiega l'esperto.
In concluse, Hoogstaden ha anche espresso un pensiero sulla tragedia avvenuta in montagna, sul Mottarone: "Lì il caso è completamente diverso: lì ci sono delle responsabilità di chi manteneva la Funivia. Quando si creano strutture in montagna, chi li crea è responsabile. Per cui l'appello dovrebbe essere di creare il meno possibile! Per evitare responsabilità, ma anche per preservare gli ambienti."