Truffa ai danni del gestore dei parcheggi comunali, sospesi sei dipendenti della società municipalizzata “Amalfi Mobilità”. Si sarebbero fatti consegnare direttamente la somma per pagare la sosta del parcheggio, senza quindi inserirla nell’apposita cassa automatica, intascando il denaro e causando alle casse comunali un danno di circa 10mila euro.
L’operazione, denominata Berma Parking, è frutto di un’ attività investigativa avviata a partire dall’estate 2019. Nel mirino delle indagini il parcheggio situato alla fine del Lungomare dei Cavalieri. Gli automobilisti avrebbero denunciato più volte come i dipendenti si facessero direttamente consegnare i soldi per la sosta, senza quindi inserirli nell’apposita cassa automatica. I carabinieri hanno quindi voluto vederci chiaro. Fondamentali nelle indagini sono state le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza con cui è stato possibile documentare oltre 300 episodi in soli tre mesi.
Dopo aver verificato mediante l’apparecchio elettronico che conteggia il tempo effettivo di sosta, i dipendenti indagati si facevano consegnare la somma dovuta per il parcheggio dai numerosi turisti che avevano usufruito del servizio, invece di inserire il denaro nell’apposita cassa.
Agli automobilisti veniva poi consegnato un chip coin “scarico” per aprire la sbarra di uscita. In altre circostanze, invece, gli operatori invitavano gli utenti ad attendere in auto nell’area di uscita, riscuotendo direttamente il denaro previsto per la sosta e consentendo l’uscita delle vetture con l’attivazione manuale della sbarra, servendosi dell’apposito pulsante di emergenza, bypassando così l’utilizzo della cassa automatica.
Già lo scorso 14 ottobre 2019, i militari dell’Arma avevano arrestato un altro dipendente della municipalizzata comunale, di 65 anni, per lo stesso motivo. Il dipendente sarebbe stato beccato in flagranza di reato mentre si faceva consegnare da alcuni malcapitati viaggiatori, ignari di quanto stava accadendo, la somma di denaro per il pagamento del parcheggio, ricevendo in cambio (anche in quel caso) un chip coin.
I malcapitati erao stati condotti in caserma per riferire nel merito ed avevano confermato per filo e per segno quanto loro accaduto. Visti gli elementi raccolti, il Gip del Tribunale di Salerno ha emesso nei confronti degli indagati la misura della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio per dodici mesi, con interdizione totale dalle attività ad esse inerenti.