Bancarotta fraudolenta, gli uomini della guarda di finanza del comando provinciale di Salerno, su disposizione della procura di Vallo della Lucania, sono impegnati da questa mattina nell'esecuzione di 11 perquisizioni, di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 5 persone e nel sequestro di beni per un valore stimato in oltre 10 milioni di euro. Tra gli indagati ci sarebbe anche un carabiniere infedele. Il gruppo, operativo nel Cilento, sarebbe stato dedito al reimpiego nel settore edile dei capitali accumulati negli anni con operazioni di bancarotta.
Gli indagati sarebbero accusati di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, impiego di beni o di utilità di provenienza illecita, intestazione fittizia e corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Per tre persone è stata disposta la custodia cautelare in carcere mentre le altre due si trovano agli arresti domiciliari.
Sono stati sequestrati 59 fabbricati, 37 terreni, un intero impianto di produzione di calcestruzzo e le betoniere per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro.
Le misure restittive arrivano dopo un'analisi della polizia economico finanziaria nei confronti di un imprenditore edile che, nel tempo, avrebbe acquisito il totale monopolio nel settore dell'edilizia nell'area cilentana, in particolare nel comune di Ascea e nelle zone limitrofe, utilizzando il patrimonio accumulato da precedenti bancarotte fraudolente.
Le indagini delle fiamme gialle si sono sviluppate anche grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, con l'aiuto di pedinamenti e controlli sugli indagati.
La presunta associazione per delinquere era composta da quattro persone: il proprietario di un impianto di calcestruzzo e sua figlia che erano i veri e propri dominus del gruppo, già arrestati nel 2013 per bancarotta fraudolenta. Coinvolto anche un fratello con il ruolo di prestanome nelle diverse società satellite ed il marito della figlia, imprenditore originario di Napoli. Gli indagati hanno dato vita nel tempo ad una vera e propria società occulta, le cui attività hanno favorito la realizzazione del complesso sistema criminale fatto di reinvestimenti di denaro. Il gruppo si avvaleva di un “sistema di amicizie” emerso nel corso delle indagini, grazie al quale l’organizzazione veniva per tempo informata degli eventuali controlli all'interno dei cantieri.
Sara Botte
Elvira Cuciniello