VIDEO | Spaccio nell'agro e nel campus di Fisciano: 14 arresti

Blitz di Procura e Dda: segnalati decine di studenti universitari. Utilizzati anche i minori

Salerno.  

Procura e Direzione distrettuale antimafia di Salerno hanno inferto un duro colpo a due presunte organizzazioni criminali specializzate nel traffico e nello spaccio di droga. Sono 14 le persone arrestate e condotte in carcere nel blitz partito questa mattina alle 4 e che ha visto impiegati 90 carabinieri, tre unità cinofile e che ha portato anche a diverse perquisizioni domiciliari.

Le accuse contestate, a vario titolo, sono di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di droga. Le indagini sono partite nel novembre 2016, basate su un'attività investigativa condotta dai carabinieri della compagnia di Mercato San Severino. Gli indagati sono stati incastrati a seguito di un'indagine condotta con metodo classico, attraverso servizi di osservazione, controllo e pedinamento come sottolineato questa mattina in conferenza stampa dal comandante provinciale dei carabinieri Gianluca Trombetti e del Reparto Operativo Giancarlo Santagata.

Per il procuratore aggiunto Rocco Alfano e il sostituto procuratore della Dda Vincenzo Montemurro si era in presenza di un vero e proprio supermarket della droga che smerciava dal crack all'eroina, dalla cocaina alla marijuana. Gli investigatori hanno sottolineato il rapporto paritario dei due sodalizi con le organizzazioni criminali di Scampia e Castelvolturno, dove si andavano ad approvvigionare gli indagati.

Tra le piazze di spaccio, oltre Nocera Superiore, Pagani e Castel San Giorgio anche il campus universitario di Fisciano. Qui erano operative anche delle vedette in entrata e in uscita: nel corso dell'operazione sono stati segnalati alla Prefettura di Salerno decine di studenti. Gli inquirenti hanno però sottolineato la collaborazione ottenuta dagli stessi ragazzi, risultata importante ai fini dell'attività investigativa. 

Non solo. Tra gli episodi segnalati, anche lo spaccio con un figlio minore di 7 anni utilizzato - secondo la Dda - come "scudo" per prevenire eventuali retate e controli delle forze di polizia.