Crack Gesema, bufera a Mercato San Severino: la guardia di finanza ha notificato l’avviso di conclusione indagini della procura di Nocera Inferiore sulla società in house e fallita nel febbraio di due anni fa. La Gesema gestiva diversi servizi pubblici nella cittadina dell’Irno, tra cui la raccolta dei rifiuti e la manutenzione del patrimonio comunale.
Nell’informativa dei magistrati nocerini si ricorda che la società, di fatto, rappresentava la longa manus del municipio sanseverinese e pertanto beneficiava dell’affidamento diretto dei servizi pubblici senza passare per le gare d’appalto. Ma – come ricostruito dal sostituto procuratore Davide Palmieri e dalla guardia di finanza della Compagnia di Salerno – dal 2010 il capitale sociale della Gesema subiva una costante erosione perché il comune di Mercato San Severino non versava le quote.
In pratica, il municipio beneficiava dei servizi pubblici per poi scaricare i costi sulla società, che nel frattempo accumulava debiti sempre più consistenti – che hanno raggiunto i 2 milioni di euro – e con un bilancio in perenne deficit. Per procura e fiamme gialle si è trattato di una gestione fraudolenta portata avanti per anni, attraverso anche la falsificazione delle scritture contabili.
“Un gravissimo danno per l’intera collettività”, le parole messe nero su bianco dai magistrati nella descrizione della vicenda. Perpetrato anche attraverso la cessione dei crediti non pagati attraverso contratti di factoring e la ricapitalizzazione fittizia conferendo nel capitale sociale della Gesema immobili di proprietà comunale che ospitavano le scuole, che ovviamente nulla avevano a che fare con l’oggetto sociale della società in house. Sottolineate anche le svendite delle partecipazioni nella Rota Gas, cedute alla Italtrading, che al momento della cessione era già insolvente.
Di particolare gravità, come si legge ancora nella nota dei magistrati, anche la cessione a titolo gratuito in favore della fondazione teatro comunale di Mercato San Severino (che non ha mai ottenuto il riconoscimento di personalità giuridica) del ramo d’azienda costituito dal complesso dei beni materiali e immateriali, tra cui la sala teat5ro e cinematografica, la sala conferenze, la sala bar e foyer, camerini e spogliatoi.
Un’operazione che sarebbe servita, per gli investigatori, ad addossare alla società fallita sia i costi di gestione che le obbligazioni connesse, senza riconoscere alcun vantaggio economico alla Gesema.