Dopo la tragica morte in un drammatico incidente stradale verificatosi ieri mattina, a Pagani, in cui ha perso la vita il 19enne Raffaele Frigenti, il sindaco di Nocera Inferiore Manlio Torquato ha scritto una lettera pubblica al suo collega di San Valentino Torio Michele Strianese per esprimere il suo personale cordoglio.
Ecco di seguito la lettera:
"Caro Michele Strianese, questa lettera aperta doveva essere per te, quale capo di una comunità (la tua San Valentino) ferita a morte per la tragedia di un giovanissimo, Raffaele, scomparso nel fiore degli anni, come si dice, anzi, al loro sbocciare, alla guida di un' auto. Mentre andava al lavoro, per sovrappiù del destino. Ti ho sentito ieri al telefono, affranto, ma non ho avuto tutta la percezione della tragedia. Ancora un incidente, ho pensato. Poi stamane ho aperto il giornale, e l'ho visto Raffaele, 19enne bellissimo e spensierato in quella foto. E mi sono piegato. Ho visto mio figlio 18enne. Identico il taglio di capelli, l'espressione, l'accenno ironico e scanzonato del sorriso. Lo sguardo. Mio figlio, Michele, come i tuoi, come i nostri. Uguale identico. Non so allora cosa mi abbia spinto, quale smania, quale senso, ed ho telefonato all'Umberto I, dove sta, li', Raffaele. Volevo vederlo. "Sindaco non e' possibile, sapete, e poi comunque meglio di no", mi ha risposto l'infermiere.
E allora sto pensando da oggi di scrivere, di scriverti, a te, a San Valentino Torio, a Raffaele, a mio figlio Fulvio - che cosi sorprendentemente gli somiglia, a Raffaele- ai figli nostri tutti, qui, perché magari qui ci leggono, mentre quando gli parliamo neppure ci sentono. Ho scritto per esorcizzare un'angoscia, che mi ha preso oggi e che mi prende ogni sera di questa estate, ogni notte, quando escono in auto, i ragazzi, ogni sabato, ogni festa ogni MakP...e non si sa quando tornano, in auto, all' alba magari. Perché solo l'angoscia ci rimane, al loro ennesimo giro in auto con gli amici... Perché e' vero che solo ora capisco mio padre la sua reazione nervosa se rientravo troppo dopo la mezzanotte.
Ma è vero pure, e non e' il caso di Raffaele, che qui ormai tornano all'alba a bordo delle auto e noi non sappiamo manco più proibire, pretendere, provare a difenderli in qualche modo insomma, in una specie di cascata a rotoli di permessività a go-go cui non sappiamo più opporci. Sapendo solo angosciarci in silenzio e incrociare le dita e pregare magari. Pensiamo che vietargli una festa un giro tardi, piu' tardi, fino al mattino, sia come tenerli fuori dalla gioia spensierata dei loro anni migliori, perche' "papa' ma perché devo restare a casa solo io"... e cosi' pensando di farli felici sempre, non ci facciamo manco più il "passaparola", noi genitori, che magari proibir loro qualcosa, dar regole, serve, a garantire un futuro e a costruire ancora una società. Lo so che per Raffaele, per sovrappiu' terribile di un destino nemico, dicevo, manco questo vale a dire, e percio' mi scuso. Era giorno non notte, andava al lavoro, non a divertirsi.
Eppure come ho detto, sto scrivendo per esorcizzare e perché tante cose si tengono insieme anche quando proprio non sembra e perche', come diceva un tale, si scrive perché si ha voglia di dire qualcosa non solo perché si ha qualcosa da dire. E perché ormai in questo tempo nostro abbastanza scombinato, e' più facile scrivere qui, anche per me, che non parlare, perché manco più sappiamo farci ascoltare. E ti scrivo per abbracciarti per abbracciare il papa' e la mamma di Raffaele, che non avrei neanche il coraggio di avvicinare di persona, e la tua, le nostre città e i loro ragazzi appena maggiorenni, perché siamo non solo padri dei nostri figli, ma in qualche modo anche delle nostre comunità, cui dobbiamo non solo asfaltare strade o sistemare lavori, ma anche provare a dire, a spiegare, a spiegarci qualcosa in momenti come questi.
Per dare un senso. Se ci riusciamo. Manlio Torquato"