Il collaboratore di giustizia Sabino De Maio, ex affiliato al clan Pecoraro - Renna punta il dito contro il cugino, un carabiniere in servizio, un tempo presso una stazione dei Picentini.
Sabino De Maio ha spiegato, in videoconferenza, che il clan deteneva sei piazze di spaccio (Acerno - Monteorvino - Bellizzi - Pontecagnano - Salerno e Battipaglia) affidate, ognuna ad una persona di fiducia. Su tutte poi sovrintendevano lui ed i fratelli Enrico e Sergio Bisogni.
Talvolta, ha precisato il collaboratore, il sodalizio si incontrava presso il “barbiere”, ovvero da Raffaele Mogavero, fratello di Francesco anche egli affiliato al clan Pecoraro - Renna. Sabino De Maio ha precisato che”dal Barbiere” si riunivano solo per parlare, fare riunioni, ma che lo stesso non c’entrava assolutamente nulla con il sodalizio. Apparteneva, invece, al gruppo, stando a quanto raccontato dal collaboratore di giustizia, il papà di Francesco. Un’appartenenza che aveva di base l’obiettivo di far decollare la società di trasporti su gomma dei Mogavero.
Le accuse peggiori Sabino De Maio le ha riservate per il cugino carabiniere - infedele.
Secondo quanto riferito dal collaboratore di giustizia il militare avrebbe partecipato ai cavalli di ritorno posti in essere. “Ogni tanto ma non sempre gli facevamo qualche regalo in soldi. Inoltre, accedeva ai terminali dell’Arma al fine di farci sapere se vi erano in atto delle indagini o altre cose contro di noi”. Insomma, illimitate avrebbe tenuto sempre al corrente il cugino ed i suoi collaboratori su quanto stavano facendo le forze dell’ordine.