Secondo l’impianto accusatorio, avrebbe imposto la duplice assunzione a un farmacista del luogo e a un suo collaboratore. La seconda sezione della Suprema Corte ha annullato, con rinvio al Tribunale del Riesame, l’ordinanza a carico di Michele Bisogni 45 anni, di Montecorvino Rovella. Per gli ermellini ora il Riesame dovrà ridiscutere le misure coercitive che furono applicate a suo tempo all’uomo, difeso dagli avvocati Luigi Gargiulo e Luigi Capaldo.
Michele Bisogni (fratello dei più noti Sergio ed Enrico, presunti reggenti del clan Pecoraro-Renna), fu ammanettato insieme al fratello Enrico, mentre ai domiciliari finì il nipote Antonio. Il blitz scattò a metà dello scorso mese di settembre da parte dei carabinieri della compagnia di Battipaglia, all’epoca retta dal maggiore Erich Fasolino. Per tutti l’accusa era di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni del titolare di una farmacia di Bellizzi e di un suo collaboratore.
Il provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari fu notificato al termine di una serie di indagini. Gli uomini della Benemerita di Battipaglia da tempo stavano monitoravano l’operatività del clan cammoristico attivo nel territorio della Piana del Sele e dei Picentini. L’attività investigativa portò alla luce che Enrico Bisogni, dal carcere dove si trovava detenuto, dava disposizioni al fratello e al nipote, finalizzate all’assunzione presso la farmacia di Bellizzi di altri due nipoti, il 18enne figlio di Sergio ed il 28enne figlio di Gaetano. Il titolare della farmacia riuscì a guadagnare tempo trovando ogni volta una serie di scuse.
Pina Ferro