Una folla commossa e silenziosa ha partecipato ieri sera ai funerali di Antonio Alexander Pascuzzo. Buonabitacolo ha salutato per l’ultima volta il 18enne ucciso con 7 coltellate dal coetaneo Karol Lapenta. Sono stati gli amici del giovane a portare a spalla la bara, proprio quelli con cui il ragazzo condivideva tutto. All’uscita del feretro dalla chiesa, un applauso per dire addio ad una vita recisa troppo presto e in maniera così brutale. “Vogliamo ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi” le parole scritte su uno striscione dagli amici del ragazzo.
“Rifiutate la droga”: lo ha detto dall’altare don Antonio Garone, parroco di Buonabitacolo. E' proprio intorno alla droga che gira tutta questa tragica storia. La vittima era un pusher, già arrestato una volta e tenuto sotto controllo dalle forze dell’ordine, e l’assassino un consumatore abituale di sostanze stupefacenti.
Lapenta, che è stato di nuovo interrogato dai magistrati dalla procura di Lagonegro, ha ammesso le proprie responsabilità. E dopo aver confessato l’omicidio, ha consegnato ai carabinieri l’arma del delitto: un coltello da macellaio, che dopo aver usato per trafiggere il coetaneo ha riportato al negozio dove lavora da apprendista.
Un omicidio cruento, aggravato dai futili motivi secondo il procuratore capo Vittorio Russo, consumato per 500 euro di marijuana. Almeno questa è la versione che Lapenta ha dato agli investigatori, i quali però vogliono vederci chiaro. E capire se tra i due ragazzi ci fosse altro, qualcosa, insomma, che possa dare – a patto che sia possibile – una spiegazione ad una violenza di tale portata.
Intanto, presso il Tribunale di Potenza, si è tenuta l’udienza di convalida del fermo disposta dall’autorità giudiziaria dopo la confessione dell’omicidio. Il Giudice per le Indagini Preliminari, ha deciso per la non convalida del fermo e ha disposto la custodia cautelare in carcere per Karol Lapenta, reo confesso dell’omicidio di Antonio.
Giovanbattista Lanzilli