Chiesti trent'anni di carcere per il killer delle prostitute. A farlo il procuratore generale che ha sollecitato i giudici perchè venga confermata la sentenza di primo grado nei confronti del tappezziere di Nocera Inferiore.
“Nobile Izzo era capace di intendere e di volere mentre commetteva i due omicidi”. E' questa la conclusione del peritoascoltato ieri mattina in Corte d’Assise, durante l’udienza del processo di secondo grado per il 52enne, accusato degli omicidi di Santina Rizzo e Maria Ambra.
Le due donne si prostituivano a Nocera Superiore. Intanto lunedì prossimo ci sarà la sentenza. Da quanto è emerso dalla testimonianza del perito che si è occupato del caso, sembra che Izzo non si sia mai concretamente accusato dei due delitti, non ne avrebbe mai illustrato le dinamiche, impedendo in questo modo allo specialista di potersi esprimere nei dettagli sul suo stato mentale durante i due omicidi.
Fatto sta che, scavando nel passato del 52enne, non sono state mai rivelate patologie mentali pregresse. Si è così stabilito che il tappezziere fosse capace di intendere e di volere anche nel momento in cui avrebbe ucciso le due donne. I fatti risalgono, per la morte di Santina Rizzo al 13 febbraio del 2010, mentre per Maria Ambra al 30 maggio del 2014. Ma il tappezziere risulta indagato anche in un altro procedimento, presumibilmente un tentato omicidio, dopo quanto rivelato da un suo compagno di cella.
Le due donne vennero uccise rispettivamente in un appartamento e in una baracca. Sul luogo del delitto i carabinieri di Nocera raccolsero diversi reperti che inchioderebbero o Izzo, tra questi le tracce di dna del 52enne. Izzo era in questi posti, lui stesso lo ha confermato. Agli inquirenti ha sempre raccontato però di non ricordare nulla se non di aver avuto un rapporto sessuale in entrambi i casi, per poi addormentarsi e risvegliarsi trovando le due donne già morte.
S.B.