Camorra e politica, l'ex vicesindaco: "Sono innocente"

Si difende Antonio Cesarano ieri sentito dal gip durante l'interrogatorio di garanzia

Nocera Inferiore.  

“Non sono il postino di nessuno. Sono innocente”, si difende l’ex vicesindaco di Nocera Inferiore Antonio Cesarano, in carcere dalla scorsa settimana per scambio elettorale politico-mafioso. E' stato sentito ieri per circa tre ore durante l'interrogatorio di garanzia dinanzi al Gip Stefano Berni Canani e al sostituto della Dda, Vincenzo Senatore.

Per la Dda sarebbe proprio lui l'anello di congiunzione tra la camorra - rappresentata dall’ex cutoliano Antonio Pignataro, omicida della piccola Simonetta Lamberti - e le istituzioni. Avrebbe fatto da tramite tra il “boss” e il candidato al consiglio Carlo Bianco per far approvare una delibera in giunta in cambio di voti.

Si trattava di una delibera d'indirizzo, votata dalla giunta del sindaco Manlio Torquato, che avrebbe concretizzato - solo formalmente - l'approvazione a modificare il Puc per rendere edificabile un terreno sul quale sarebbe dovuta sorgere una mensa per le famiglie indigenti. Il progetto della parrocchia di San Giuseppe, che coinvolse anche il parroco del posto Don Alfonso Santoriello, avrebbe rappresento il premio che Pignataro avrebbe ottenuto in cambio del sostegno elettorale al candidato al consiglio comunale Carlo Bianco.

Sui suoi rapporti con Pignataro Cesarano avrebbe detto: “Lo conosco per i suoi problemi di salute, all’incirca dal 2014. Non l’ho mai presentato a Carlo Bianco. Loro due si conoscevano già da tempo”. Sull’ex consigliere Carlo Bianco, l’amico di una vita che lo ha coinvolto nella vicenda: “L'ho aiutato solo per la campagna elettorale. Senza partecipare a nessun accordo o scambio. Sono una persona onesta. Non ho mai comprato voti, neanche avrei la disponibilità economica. Ad un certo punto gli sconsigliai anche la candidatura. Forse si è sentito tradito quando ha visto di non aver avuto riscontro dopo le elezioni”.  

S.B.