"Usura bancaria": rinviati a giudizio Profumo e Picella

La denuncia alle banche partita da un imprenditore di Sala Consilina

Sala Consilina.  

Rinviati a giudizio dal gup del Tribunale di Lagonegro, per usura bancaria, Alessandro Profumo, ex presidente del Monte dei Paschi di Siena e neo amministratore delegato di Leonardo, e Raffaele Picella, ex presidente della Banca della Campania. Il processo avrà inizio il prossimo 23 maggio, dinanzi alla terza sezione penale del Tribunale di Lagonegro.

Tutto è partito nel 2014 da una denuncia fatta da un imprenditore del settore delle concessionarie auto di Sala Consilina. Per l'imprenditore le due banche avrebbero applicato tassi usurari nei suoi confronti. L'uomo ha poi più volte ribadito di aver avuto dei pesanti danni economici - la perditadi contratti importanti-, proprio a causa della sua esposizione bancaria.

L'avvocato dell'imprenditore di Sala Consilina, Carlo Scorza, ha spiegato inoltre che "le indagini condotte dal pubblico ministero hanno appurato che l'intero rapporto bancario, tra l'imprenditore di Sala Consilina e le due banche, è stato portato avanti con tassi che hanno raggiunto picchi del 190 % per quanto riguarda gli interessi".

Soddisfazione, dunque, da parte del legale dell'imprenditore, che ha ringraziato dell'ottimo lavoro svolto il pubblico ministero e gli uomini della Guardia di Finanza di Sala Consilina, precisando ancora che “la perizia  fatta  per conto del mio cliente è stata confermata da quella disposta dal Pm. Sono emersi tassi che variano tra il 28 ed il 190 %.. In pratica in tutti i trimestri presi in esame è emersa l'applicazione di tassi fuorilegge. I trimestri presi in esame sono 25 a partire dal 2001 fino al 2013 ed il valore dei tassi va da un minimo dello 0,18 % fino ad un massimo del 190,73 %".

Il reato contestato prevede, in caso di un'eventuale condanna, una pena che va da un minimo di 2 ad un massimo di 10 anni ed una multa che va da un minimo di 5mila ad un massimo di 30mila euro. Nel caso di Profumo e Picella è previsto un aumento della pena da un minimo di un terzo ad un massimo della metà perchè il presunto reato sarebbe stato commesso nell'esercizio dell'attività bancaria ed ai danni di chi svolge una attività imprenditoriale.

Un precedente importante per la giurisdizione italiana, che evidenzia le luci e le ombre legate al sistema bancario nazionale.

Sara Botte