Trivellazioni nel Vallo di diano, un incubo che si allontana per i comuni del territorio confinanti con la Basilicata. Nei giorni scorsi, infatti, la Shell multinazionale anglo-olandese del petrolio ha rinunciato alla Valutazione d’impatto ambientale per il progetto di ricerca idrocarburi denominato “Monte Cavallo”. Con una nota, il ministero dell’Ambiente ha comunicato che la società petrolifera ha infatti rinunciato dopo 90 giorni alla Valutazione «in ragione della sopravvenuta necessità – si legge nel documento del ministero – di valutare variazioni e modifiche rispetto al contenuto dell’istanza».
La richiesta della Via è datata 7 gennaio, ed era finalizzata a ottenere il permesso per aprire nuovi pozzi petroliferi. Ma il Ministero aveva risposto chiedendo delle integrazioni alla documentazione presentata, perché carente dal punto di vista progettuale. La Shell in un primo momento aveva chiesto una proroga di 45 giorni del termine per presentare la documentazione a causa della complessità degli studi geologici da effettuare. La proroga è scaduta lo scorso 5 luglio. I comuni interessati dal progetto sono undici:
Atena Lucana, Brienza, Marsico Nuovo, Montesano sulla Marcellana, Padula, Sala Consilina, Paterno, Polla, Sassano, Teggiano, Tramutola. Un territorio questo già ampiamente sfruttato, per contiguità geografica, dai pozzi petroliferi della basilicata. I sindaci che da mesi si oppongono al petrolio, sono cauti e non cantano ancora vittoria. Per il presidente della comunità montana Raffaele Accetta si tratta invece di un risultato straordinario ottenuto solo grazie all’unità del territorio che si è registrata contro il colosso petrolifero.