Un bazar cinese nell’ex showroom, scatta la protesta a Scafati

L‘assessore Acanfora: «Ora i controlli»

Scafati.  

L’invasione cinese a Scafati pare non voler conoscere fine. E così la comunità della città dell’Agro nocerino sarnese si appresta ad assistere all’apertura del 23esimo negozio sul proprio territorio. Le lanterne cinesi stavolta hanno puntato in alto, irrompendo in quello che, almeno una volta, era considerato il salotto buono dello shopping scafatese.

E così, dove una volta c’era lo showroom di un noto mobifilicio ancora attivo tra Pompei e Scafati, ora ci saranno scaffali dove si potrà trovare di tutto: dalla lampadina al caricabatterie per l’iPad. I lavori all’interno dei locali non sono ancora terminati e, dunque, è ancora incerta l’inaugurazione del nuovo China Shop. Una cosa, però, è sicura: l’affitto d’oro che gli imprenditori del Sol Levante garantiranno al proprietario dell’immobile. I ben informati, infatti, parlano di una cifra che varia tra i 3.500 e i 7.000 euro al mese.

Numeri da capogiro che, in tempi di crisi come questi, fanno storcere il naso a chi, da tempo, contesta una concorrenza quasi imbattibile, per colpa di legge che, nell’epoca del libero mercato, favorisce gli investimenti esteri nel Belpaese. "Ci auguriamo che i militari della Guardia di Finanza facciano i controlli del caso una volta aperto, anche per capire che cosa vendono", ha spiegato l’assessore con delega al Commercio, Nicola Acanfora. 

 

Redazione Sa