90 secondi bastarono per spazzare via interi paesi, radere al suolo edifici e spezzare migliaia di vite umane. Un minuto e mezzo bastò a sconvolgere la Campania. A 43 dal sisma del 1980 anche la provincia di Salerno ricorda il dolore e la paura di quei momenti.
Era il 23 novembre del 1980 quando, alle 19.34,53, due scosse sismiche, di cui la più violenta caratterizzata da una magnitudo di 6.9 colpirono un’area di 17.000 chilometri che andava dall'Irpinia al Vulture, a cavallo delle province di Avellino, Salerno e Potenza.
Dei quasi 3mila morti, in provincia di Salerno il bilancio ufficiale delle vittime fu di 674 morti e di 2.468 feriti.
Danni enormi ed un dolore mai dimenticato, per una ricostruzione che, in alcuni casi, non è mai stata completata.
In provincia di Salerno furono tanti i comuni colpiti: Castelnuovo di Conza, Laviano, Colliano, Ricigliano, Romagnano al Monte, Salvitelle, San Gregorio Magno, Santomenna, Valva. Tutti comuni situati a nord est della provincia.
Il messaggio da Capaccio: "Una ferita mai rimarginata"
"Sono trascorsi ormai 43 anni dal terremoto dell'Irpinia. Il sisma devastò interi paesi, lasciò migliaia di persone senza casa, fece quasi tremila vittime. Dopo tanti anni, ogni 23 novembre si rinnova il dolore di una ferita mai rimarginata. - ha scritto via social il sindaco di Capaccio Paestum Franco Alfieri - È nostro dovere fare memoria di quell'evento, ricordare chi in quella circostanza perse la vita. Ma è nostro dovere di classe politica e dirigente soprattutto fare in modo che, attraverso politiche di prevenzione e l'adozione di necessarie misure antisismiche, tragedie così possano non ripetersi più".
La sindaca di Battipaglia: "Il terrore si materializzò in novanta secondi"
"Sono trascorsi 43 anni ed è ancora vivo il ricordo di quel giorno che cambiò la nostra vita, trasformando le nostre giovani certezze in un improvviso senso di impotenza. Erano poco oltre le ore 19:30 di una domenica qualunque del 1980. - ricorda il sindaco di Battipaglia Cecilia Francese - Una scossa di terremoto fortissima, di magnitudo 6.9, con epicentro tra i comuni dell’Irpinia sconvolse nell’immediato la nostra quotidianità.
Il terrore si materializzò in novanta secondi".
"Quel titolo “FATE PRESTO” lanciato in prima pagina il 26 novembre dal quotidiano “Il Mattino”, raccogliendo il monito di quel grande Presidente della Repubblica che fu Sandro Pertini, rese definitivamente manifesto a noi tutti, ed all’Italia intera l’effettiva entità dell’evento. Città rase al suolo. Migliaia di morti a cui si aggiunsero sfollati e feriti. Tutta la Campania e parte della Basilicata fu messa in ginocchio. Presso il piazzale esterno dell’ospedale di Battipaglia l’esercito installò ben 17 tende per prestare soccorso ai numerosi feriti che giungevano dai comuni limitrofi.
Il sisma del 23 novembre 1980 ci parla ancora oggi e ci ricorda l'importanza della "prevenzione sismica" e degli interventi di ricostruzione rispettosi delle terre dove intervengono", le parole della fascia tricolore.