Vandalizzata la casa del popolo Vesna: "Non sarà un vetro rotto a fermarci"

Rubati alcuni oggetti all'interno della sede, tra cui un megafono. La condanna dell'Anpi Salerno

vandalizzata la casa del popolo vesna non sara un vetro rotto a fermarci
Salerno.  

Vandali in azione a Salerno, presa di mira la casa del popolo "Vesna", in via Passaro 7. Gli attivisti hanno trovato il vetro della porta di ingresso spaccato e all'interno della sede non c'erano pià un megafono, una cassa con microfono, le bandiere e alcuni spiccioli rimasti in cassa.

"Il bilancio del valore del bottino - si legge nella denuncia via social - è di poco conto, ma si tratta di strumenti che utilizziamo per la nostra attività politica, come un megafono, una cassa con microfono, le bandiere, gli spiccioli rimasti in cassa". 

"L' aggressione di uno spazio che svolge una funzione di aggregazione in un quartiere, che è sede di discussione, di attività culturali, di dibattiti, di organizzazione della lotta per la costruzione di una città ed un sistema alternativi a quello attuale, dimostra quanto effettivamente e ancor di più questi spazi siano necessari, in una città in cui la repressione di ogni forma di dissenso è sempre più forte", proseguono gli attivisti. 

"Inutile ribadire che non saranno un vetro spaccato o il furto di un megafono - che non avremmo avuto problemi a prestare, se necessario - a fermare il nostro lavoro per la costruzione di un' opposizione reale a questo sistema, e che questo gesto non resterà privo di conseguenze", concludono gli attivisti.

La condanna dell'Anpi provinciale di Salerno

In merito a quanto accaduto, si è espressa anche l'ANPI provinciale di Salerno. “Apprendiamo che qualcuno si è voluto appropriare di pochi spiccioli presenti in sede, di un megafono e di una cassa con microfono, di bandiere e di altro materiale utile per le attività. Insieme con la Cgil e il Centro sociale Jan Assen (ex Asilo Politico), l’ANPI Provincia di Salerno mette all’indice il fatto. I “rei”, sapevano benissimo cosa sottraevano, perché quel megafono, quel microfono, quella cassa di amplificazione e le bandiere sono “attrezzi da lavoro” di chi milita e offre il proprio tempo e la propria intelligenza per una funzione aggregante nel quartiere che, pur essendo come distanza vicina al centro, rappresenta uno dei tantissimi rioni degradati di questa città". 

"Questi ‘miserabili’ lanciano un segnale ambiguamente vergognoso; vergognoso, perché “Questi personaggi perseverano nella cultura della sopraffazione dell’uomo sull’uomo” – sottolinea inoltre anche l’Associazione Memoria in Movimento -  ma osceno soprattutto perché “In questo nostro paese qualcuno si sente in dovere di poter uscire dalle tane in cui era rintanato fino ad oggi. Ed è per questo che non solo i militanti/e della Casa del Popolo non si fermeranno ma che tutto l’intero movimento antifascista di questa città sarà in grado di far ritornare questi miserabili nelle loro tane", si legge nella nota.