"Roberto Racinaro, nato a Reggio Calabria, e` stato filosofo, rettore dell’Universita` degli Studi di Salerno, messaggero di cultura e “una delle vittime di un sistema giudiziario malato e degenerato” cosi` come affermato poco piu` di un mese fa dal governatore De Luca in occasione della giornata di ricordo con intitolazione dell’aula di riunione dei capigruppo in Regione Campania. Oggi, rimane il ricordo e l’ombra. Il ricordo di un uomo coltissimo e la sua ombra come monito contro ogni facile, disinvolto giustizialismo". Comincia così la nota a firma di Massimo Staglioli, presidente dell'associazione "Salernitani doc".
"Ribadiamo: le istituzioni si devono prodigare affinche´ la testimonianza del professore Racinaro sia viva nelle nostre menti, pertanto, meritevole nel vedersi intitolata anche una strada cittadina, ma consentiteci di risentirci quando un’intera comunita` continua a dimenticare i suoi figli migliori. E’ inutile sottolineare che il nostro disappunto e` diverso dalla partigianeria politica, siamo semplicemente stufi di assistere a puntuali provocazioni e sorbirci le fandonie raccontate in piu` occasioni dal sindaco Napoli e dai suoi piu` stretti collaboratori a palazzo di citta`", il duro affondo dell'associazione, che è uno dei punti di riferimento della città.
"Qualche anno fa, pensavamo di essere stati accolti nella stanza del sindaco e non diventare protagonisti ingenui di una delle pagine del piu` famoso romanzo di Carlo Collodi; consapevoli che nonostante eravamo alla presenza del Mastro Geppetto e del Grillo Parlante, le parole e le promesse fatte in quell’occasione, fossero state degnamente rispettate. Vogliamo fermamente esprimere ancora una volta il nostro punto di vista, che ci vede serenamente propensi ad aprire le porte ad ogni iniziativa che possa mettere Salerno ed i suoi protagonisti al centro del dibattito culturale, ma con l’accortezza di considerare allo stesso modo coloro che nati a Salerno, per essa si sono battuti ed hanno valorizzato il senso di appartenenza a questa citta`, oltre ai suoi storici valori identitari - accusa Staglioli -. Siamo quotidianamente incalzati da tanti cittadini salernitani in merito alla nostra richiesta di vedere intitolata una strada a don Enzo Quaglia e sulla vicenda siamo curiosi di conoscere pubblicamente il parere del vicesindaco Memoli, dell’assessore De Roberto e della consigliera Figliolia, essendo esse cattoliche ed estimatrici dell’opera del sacerdote salernitano".
L'elenco delle mancanze contestate dall'associazione Salernitani doc è lungo: "Sono rimaste carta morta, le richieste protocollate per l’intitolazione della tribuna dello stadio Arechi allo storico segretario della Salernitana Bruno Somma, cosi` come la lettera indirizzata al Sindaco per commemorare la figura del dottore Matteo Di Pace. Nel numeroso elenco fornito all’amministrazione figurano anche i figli del popolo ed atleti di valore come Enrico Quaranta e Giorgio Pappalardo che per noi meritano un luogo simbolo per le loro gesta sportive compiute. Il mandato che i soci dell’associazione Salernitani doc, hanno affidato al direttivo con in testa il presidente Massimo Staglioli resta quello di tenere alta l’attenzione sulla toponomastica, pertanto, eviteremo di assistere inermi al lento bruciare della candela, affinche´ non cali altra vergogna sulla nostra citta`. Ma davvero Salerno merita cio`?", si chiede provocatoriamente Staglioli.