Salerno torna porto sicuro: terminato lo sbarco, nuova vita per 248 migranti

A bordo della Geo Barents erano 84 i minori. Le storie di alcuni dei rifugiati

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Tra i minori non accompagnati arrivati questa mattina al molo 3 Gennaio c'è anche Condè, di appena 10 anni. Un nome di fantasia per una storia reale, di dolore e sopravvivenza, che l'équipe di Medici senza Frontiere ha condiviso.

Salerno.  

L'arrivo in un porto sicuro e l'inizio di una nuova vita. Completate le operazioni di sbarco a Salerno dei 248 profughi provenienti dall'Africa Sub Sahariana a bordo della Geo Barents. Dei migranti arrivati, questa mattina, al molo 3 gennaio, ben 84 sono minori. Ognuno con un bagaglio di storie da raccontare, tanti con un passato di violenze e persecuzioni subite prima di arrivare in Italia. 

I migranti sono stati salvati nel Mediterraneo nel corso di interventi effettuati dalla ong tra il 4 ed 6 dicembre. 

Saranno la Lombardia, il Veneto, l'Umbria e la Toscana le regioni destinate ad accogliere la maggior parte dei rifugiati, così come spiegato dal viceprefetto vicario Silvana D'Agostino. I minori non accompagnati, invece, saranno accolti dalla città di Taranto, mentre Salerno, che ha dimostrato ancora una volta di essere città dall'accoglienza, ospiterà 20 minori, che saranno inseriti nel sistema Sai.

Le storie

Tra i piccoli arrivati c'è anche Condè, di appena 10 anni. Un nome di fantasia per una storia reale, di dolore e sopravvivenza, che l'équipe di Medici senza Frontiere ha condiviso.

Condè viene dalla Guinea, è il più piccolo dei minori non accompagnati giunti a bordo della Geo Barents. Il suo viaggio è iniziato un anno fa, insieme al fratello di 17 anni. Nel corso della sua vita, Condè ha già vissuto tanto, forse troppo: una traversata del deserto per diversi giorni, un'intercettazione in mare dalla guardia costiera libica e una permanenza nelle prigioni libiche, nei centri di detenzione. E' poi riuscito a partire, grazie all'aiuto dei genitori. Il suo obiettivo è, adesso, raggiungere il fratello maggiore che è in Francia, e riunirsi presto con l'altro fratello, rimasto in Libia. Condè è solo un bambino, ma tutto quello che ha subito l'ha reso grande troppo in fretta.

C'è dolore, invece, negli occhi di una giovane mamma, partita dal Camerun per sfuggire da un matrimonio violento, e arrivata questa mattina a Salerno. Nessun sorriso per il "nuovo inizio" che l'attende. Durante la fuga dal suo Paese, dopo aver attraversato Nigeria ed essere arrivata in Algeria, ha dovuto dire addio alla sua bimba, morta a causa di una malattia. 

Ai rumori confusionari a bordo della Geo Barents, alle 11.31 del 7 dicembre, poi, si è aggiunto anche il pianto del piccolo Alì. A bordo dell’imbarcazione è avvenuto, infatti, anche il parto di una naufraga. Mamma Fatima ha messo al mondo Alì regalando il messagio più forte: l'inizio di una nuova vita con la speranza di una vita migliore. 

L'impegno di Caritas Salerno per lo sbarco dei migranti 

Come nelle precedenti occasioni, che hanno visto il porto di Salerno come terminale per lo sbarco di migranti nel nostro Paese, anche in occasione dell’arrivo della nave Geo Barents, la Caritas di Salerno Campagna Acerno è stata impegnata con i propri operatori e volontari per dare supporto a chi è in difficoltà.

Già da sabato sera, i volontari hanno cominciato a preparare il necessario per l’accoglienza, e alle ore 7 circa di domenica mattina, è stato approntato un punto di ristoro sul molo 3 gennaio dello scalo salernitano.

Nello specifico la Caritas di Salerno ha fornito bevande calde, acqua, brioche, panini, e tè ai migranti, ma anche alle forze dell’ordine e agli altri volontari presenti sul posto. Sono state inoltre consegnate oltre duecento paia di ciabatte e calzini, distribuiti ai tanti che sono arrivati a piedi nudi.

Inoltre, i fratelli della Caritas di Teggiano Policastro, hanno provveduto a fornire mediatori culturali per favorire il primo approccio e disbrigare le formalità burocratiche.

Ma l’impegno della Caritas, come in passato, non si è esaurito con l’accoglienza, gli operatori, guidati dal direttore don Flavio Manzo e dal vicario della Carità don Antonio Romano, hanno provveduto anche al pranzo e alla cena per la parte di migranti rimasti temporaneamente nel Comune di Salerno, ospiti di una struttura comunale.