Processo Crescent, la Cassazione chiude la partita: "Ricorsi inammissibili"

L'avvocato di De Luca: dopo quasi dieci anni, riconosciuta la correttezza del suo operato

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Salerno.  

Dopo anni di lotte, si chiude il braccio di ferro giudiziario sul Crescent di Salerno. La Cassazione (terza sezione, presidente Ramacci) ha infatti respinto - dichiarandoli inammissibili - i ricorsi presentati dalla Procura generale e dalle parti civili.

Confermata dunque la sentenza della Corte d'Appello, che aveva ribadito la "legittimità" del procedimento adottato dall'ex sindaco Vincenzo De Luca, da amministratori, tecnici e funzionari imputati nel procedimento giudiziario.

La Procura generale di Salerno aveva sottolineato "l'interesse concreto" nell'impugnare l'assoluzione in Corte d'Appello. Per i magistrati il Crescent - simbolo della trasformazione urbanistica dell'area di Santa Teresa - andava anche confiscato, in quanto frutto di una lottizzazione abusiva.

"Con la sentenza della Cassazione - le parole dell'avvocato del governatore Vincenzo De Luca, Andrea Castaldo - si chiude definitivamente una vicenda durata quasi dieci anni, durante i quali è stato minuziosamente scandagliato ogni aspetto della vicenda Crescent. La piena legittimità dell'operato dei pubblici amministratori, nello specifico dell'allora sindaco De Luca e della giunta, era stata già riconosciuta in Tribunale all'esito di una lunga e approfondita istruttoria e confermata dalla Corte d'Appello salernitana con l'assoluzione di tutti gli imputati. La pubblica accusa ha insistito nell'impugnare le decisioni dei giudici, nonostante la chiara assenza di vizi o difetti della motivazione", le considerazioni del legale riportate dall'Ansa