Si è tenuto questa mattina, al comune di Salerno, il primo incontro del tavolo tecnico, nato su iniziativa del presidente della commissione ambiente Arturo Iannelli, per provare a risolvere l’annosa situazione legata alle Fonderie Pisano di Salerno, verificare le ricadute delle emessioni dell’impianto sull'ambiente e le persone e provare a trovare una soluzione.
La riunione ha visto come protagonisti anche il sindaco Vincenzo Napoli, il responsabile dell’Asl Arcangelo Saggese Tozzi, l’assessore all’ambiente Massimiliano Natella ma anche due consiglieri dell’opposizione Antonio Cammarota presidente della commissione trasparenza e Catello Lambiase del Movimento Cinque Stelle. Presenti anche dei responsabili regionali e dirigenti comunali.
La sfida sarà quella di riuscire a coniugare lavoro e salute, come sottolineato anche dal presidente Iannelli: “Ad oggi c’è un dubbio che noi cerchiamo di chiarire: esiste o non esiste il nesso di causa tra le Fonderie Pisano e le malattie oncologiche? Esiste un cluster importante di malattie oncologiche nel territorio dovuto all’inquinamento, e dipende solo dalle Fonderie Pisano o è una situazione di carattere generale? E’ a queste domande che noi proviamo a rispondere”. Per Iannelli è giusto che le Fonderie vadano via in quanto urbanisticamente ormai obsolete, ma è necessario completare il percorso della delocalizzazione, salvaguardando anche il lavoro. “Noi dobbiamo tutelare la salute dei cittadini e salvaguardare l’ambiente, ma non dimenticarci delle tante persone che lavorano nell’impianto. Bisogna quindi attivare tutti i possibili ammortizzatori sociali per salvaguardare il salario delle famiglie. Perché “non si campa di sola aria”. Una prima giornata di incontro e dibattito, ma il presidente ha già anticipato che prossimamente verrà coinvolta anche l’ASI per capire a che punto è il processo di delocalizzazione, ed i responsabili del registro tumori. “Sono dell’idea che bisogna comunque valutare anche le altre fonti di inquinamento. Se alle emissioni delle Fonderie aggiungiamo il flusso del traffico, i camini urbani e tante altre aziende che sono in zona, probabilmente, facendo la somma, potremmo effettivamente ritrovare una situazione di carattere ambientale importante, e quindi agire di conseguenza”.
Per l’assessore all’ambiente Massimiliano Natella, il tavolo deve "accelerare i tempi e affrontare alcuni aspetti di questa vicenda. Ci sono degli aspetti legati alla salute di cui non si può non tener conto. Il nostro obiettivo è quello di far luce su questa vicenda e affrontare tutte le questioni correlate”.
Per il consigliere del M5S, Catello Lambiase, si è trattato di un incontro importante, “un tabu infranto poter parlare di Fonderie Pisano al Comune”, ha sottolineato. Ma per il rappresentante dell’opposizione è necessario procedere in tempi rapidi alla chiusura dell'impianto: “Il nostro obiettivo deve essere uno: dare la possibilità ai cittadini di quel territorio, di godere di un’aria respirabile. Per noi la chiusura è propedeutica a tutto: la delocalizzazione può essere un’arma di distrazione e io sono convinto che la chiusura accelererebbe anche l’eventuale processo di delocalizzazione. Come amministratori di Salerno vogliamo questo: rendere l’aria pulita e tutelare i lavoratori. Se gli imprenditori riescono a trovare un sito alternativo tanto meglio: avere in un’area così densamente abitata una fonderia, per me, è un controsenso”, le sue parole.
Sull’evidenza scientifica di una connessione fra neoplasie e inquinamento legato alle Fonderie Pisano si è espresso anche il responsabile dell’Asl di Salerno, Arcangelo Saggese Tozzi, il quale ha sottolineato la necessità di un’indagine approfondita. E’ insomma quasi impossibile dimostrare le ricadute dirette di esposizione ad una sola causa come conseguenza di un tumore “tranne che per l’amianto, il radon e il fumo di sigarette”, sottolinea Tozzi. “Non esiste mai una fonte unica di inquinamento in un contesto. Si tratta sempre dell’insieme dei punti di somministrazione di sostanze che creano inquinamento. E’ quindi davvero complicato intrecciare direttamente malattie e cause scatenanti, va fatto uno studio approfondito capace di raccogliere le diverse informazioni possibili”, conclude Tozzi.