Un popolo in fuga. Sono centinaia i profughi di guerra ucraini che stanno arrivando anche in provincia di Salerno a bordo di auto private e bus. Dopo i due pullman arrivati questa notte nel capoluogo, con a bordo circa 110 persone, nella tarda mattinata di oggi, intorno alle 12 un nuovo mezzo si è fermato in piazza della Concordia. A bordo altri rifugiati: mamme e bambini, perchè gli uomini sono rimasti a combattere. Ad aspettarle i tanti parenti che da tempo vivono in Italia e che hanno già pronti, per loro, tetti sicuri.
"Un viaggio molto pesante, di quasi due giorni e mezzo, siamo partiti mercoledì mattina verso le 8, siamo rimasti fermi 24 ore sulla frontiera", racconta una delle donne.
“Non c'è più una casa e ho dovuto lasciare lì mio marito. Senza acqua, luce e gas ”, racconta un'altra ragazza mentre tiene in braccio suo figlio. Lei arriva da Kharkiv, una delle prime città ad esser state bombardate. Nelle loro parole il dramma di una fuga, il dolore di una tragedia che sta colpendo la propria casa e la paura di chi teme per la vita di chi è rimasto sotto le bombe.
La solidarità è il motore che sta mandando avanti tutti. Presso la Chiesa greco cattolica ucraina di Sant’Andrea Apostolo in centro città è un via vai di persone. Tutti portano qualcosa, dal mangiare, ai medicinali e vestiti.
Impossibile fare una stima precisa sul numero dei profughi arrivati e che continueranno ad arrivare, in provincia di Salerno sarebbero già circa 8mila. Quello di oggi, ad esempio, era un “arrivo non programmato”, sottolinea il sindaco Napoli, giunto sul posto poco dopo le 12.20. Il coordinamento sull'accoglienza è infatti saltato.
“Sono venuto a conoscenza del loro arrivo in maniera quasi informale e mi sono, quindi, precipitato qui con l’assessore De Roberto, polizia municipale e protezione civile. Ma la maggior parte delle persone erano già andate vie. Oggi stesso mi recherò in Prefettura per chiedere un colloquio con il prefetto e per metter su una macchina organizzativa che tenga al riparo anche da arrivi improvvisi”, spiega il primo cittadino. Il tracciamento Covid è infatti saltato, ed è necessario che ci sia un’assistenza sanitaria. Ma non solo, ci sono aspetti assistenziali e logistico da dover organizzare. “Queste persone vanno aiutate nel modo migliore”, conclude il primo cittadino.
Le strutture territoriali dell’Asl sono state allertate e sono pronte a fornire assistenza ai nuovi profughi arrivati. "I tamponi saranno eseguiti presso le singole USCA territoriali o, laddove se ne ravvisasse la necessità, in raggruppamenti organizzati indirizzati presso strutture all’uopo individuate. Saranno presi in carico dal servizio sanitario regionale come Stranieri Temporaneamente Residenti, e come tali sarà loro attribuito il medico di medicina generale/Pediatra. Eventuali casi di positività asintomatica saranno gestiti in quarantena presso il domicilio di ospitalità, o presso sedi che si sta provvedendo a individuare", fanno sapere dall'Asl.