"Una mattanza senza fine nell'indifferenza più totale, nessun controllo"

Duro l'attacco del segretario generale della Cgil Salerno Sessa dopo l'ennesima morte sul lavoro

una mattanza senza fine nell indifferenza piu totale nessun controllo
Salerno.  

“Questa mattanza si consuma giorno per giorno, nell'indifferenza più totale. Noi dobbiamo squarciare questo velo, dobbiamo continuare a insistere. Il sindacato lo sta facendo e lo farà”. Usa parole dure Arturo Sessa, segretario generale della Cgil di Salerno per commentare l'ennesima morte sul lavoro nel salernitano. Nel pomeriggio del 16 dicembre a Montecorvino Pugliano un uomo di 55 anni è deceduto mentre eseguiva dei lavori di posa della guaina sul tetto di un'abitazione di Piazza d'Aiutolo, in pieno centro. Pierino Oronzio, la vittima, avrebbe avvertito un malore mentre imbracciava il cannello alimentato a gpl. Non è chiaro se si sia trattato di un malessere naturale o se a provocarlo siano state le esalazioni del materiale. Il 55enne si è così accasciato sul bitume appena poggiato ed è rimasto completamente ustionato, è morto sul colpo per le gravi ferite riportate. Sulla vicenda indagano i carabinieri di Battipaglia.

“Non è tollerabile che in una società civile come la nostra, che si dice industrializzata, colta, attenta ai bisogni sociali poi ci ritroviamo con un dato di un paese in guerra, perché non vengono rispettate le norme” continua Sessa. Il 55enne che ha perso la vita a Montecorvino Pugliano sarebbe sconosciuto all'Inps e anche questi lavori che gli sono costati la vita li stava svolgendo a nero.

“E' un lavoratore che non stava nell'abito del diritto – chiosa ancora Sessa - allora il problema grave è che manca l'ispettorato, le verifiche, le ispezioni, le assunzioni, l'Asl non riesce a svolgere un compito di prevenzione. Abbiamo quindi bisogno di una programmazione. La legislazione c'è ma il dato grave è che noi, dopo aver avuto una grande evoluzione del diritto del lavoro, delle tutele, delle leggi dal 1950 ad oggi, ora dopo 60 anni registriamo il dato preoccupante che oggi ci sono più infortuni di 60 anni fa”.