“Onorevoli cittadini, mi chiamo Gianpaolo, sono nato nel 1974, poco prima del referendum sul divorzio e ho sempre vissuto Montano Antilia senza mai poter camminare”, le parole del 47enne, la scorsa estate, avevano in poco tempo raggiunto tutti. L’uomo, affetto di atrofia muscolare spinale, una malattia neurodegenerativa, si era esposto pubblicamente per invitare i cittadini a firmare il referendum per l’eutanasia legale “per essere tutti liberi di scegliere, fino alla fine”. Nel suo video venivano ripresi alcuni degli eventi più importanti della storia con un parallelo sulla sua condizione.
“Per tutta la vita ho amato e sono stato nato senza alcuna riserva, cercando di essere felice di trasmettere serenità anche quando in realtà, nonostante la mia meravigliosa famiglia, i miei cari fratelli, le mie splendide assistenti e tutti i miei amici, ero triste”, spiegava Gianpaolo nel video.
“Oggi vivo da tracheostomizzato, non riesco più a parlare, a deglutire, sono pieno di dolori. Oggi l’unica speranza è la morte… Desidero con tutto me stesso di addormentarmi (dato che non riesco più a dormire da tempo!) per mettere fine a tutta questa penitenza”, il suo messaggio.
Diversi mesi fa si era rivolto all’Associazione Luca Coscioni per avere informazioni sui suoi diritti, e negli ultimi tempi, distrutto dalla malattia e dai dolori, aveva scelto l’interruzione di ogni sostegno vitale e una forte sedazione continua, prevista dalla legge.
“Immobilizzato dalla malattia, avrebbe voluto essere aiutato a morire con l'eutanasia, in pochi minuti. Ma la sofferenza fisica e i dolori quotidiani gli hanno impedito di aspettare i tempi della politica. Il 20 ottobre ha scelto la strada tracciata nel 2006 dal co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni Piergiorgio Welby: l'interruzione di ogni trattamento di sostegno vitale, accompagnata da una sedazione profonda e continua”, il racconto dell’associazione. Dopo 2 giorni, venerdì 22 ottobre, Gianpaolo si è spento.
“Il nostro abbraccio a sua mamma e alla sua meravigliosa famiglia. E a tutte le persone che a Montano Antilia si sono prese cura di lui, amandolo e coccolandolo fino alla fine”, il messaggio dell’associazione.