"La nuova statua che è stata eretta della" Spigolatrice di Sapri", non poche critiche e perplessità ha suscitato da parte di donne delle Istituzioni, dell'Associazionismo, degli Organismi di parità e di tantissima gente comune, critiche e perplessità che noi, consigliere di parità, condividiamo e facciamo nostre". Comincia così la lettera indirizzata al sindaco e all'amministrazione saprese, da parte della rete regionale delle consigliere di parità della Campania. In calce le firme di Mimma Lomazzo, Enza Luciano, Rocchina Staiano, Rosaria Calabrese, Isabella Buonfiglio e Anna Petrone.
"E' di palmare evidenza, infatti, che la nuova statua, indubbiamente di notevole fattura artistica, purtroppo non rappresenta la lavoratrice di cui porta il nome, una donna dedita alle attività dei campi, a spigolare il grano in modo oltremodo gravoso, così come accadeva a quei tempi. Una donna che, solo riuscendo a raccogliere le spighe di grano lasciate sul campo dopo la mietitura, poteva sfamare la sua famiglia. La Spigolatrice di Sapri, allora, prima ancora di essere l'eroina celebrata nella famosa omonima poesia che tutti abbiamo studiato e condiviso, era una donna che lavorava per assicurare la sopravvivenza a se stessa ed alla sua famiglia. La statua inaugurata nei giorni scorsi proietta, invece, un'immagine che pone in evidenza esclusivamente l'aspetto fisico eludendo la realtà storica - sottolineano le firmatarie della missiva -. Non di certo rappresenta una lavoratrice dell'800, ma più una novella pin-up. Ecco perché non sembra eccessivo ribadire che questa statua non tiene in debita considerazione la memoria storica riguardante quelle lavoratrici. Non tiene in debita considerazione il ruolo svolto dalle donne nella nostra società, nella loro quotidianità".
Ancora una volta, secondo le consigliere di parità della Campania, bisogna fare i conti con criticità già viste. "Non si capisce, infatti, perché dobbiamo continuare a subire rappresentazioni della donna basate sul corpo e rispondenti a detenninati stereotipi. Le donne, in tutto il mondo, combattono da decenni affinché si pensi a loro come genere, seppur diverso, ma pari nelle opportunità, andando al di la` di una rappresentazione meramente fisica ed esteriore. Ed allora, se è vero che amministrare una comunità significa anche assumersi la responsabilità di diffondere messaggi corretti dal punto di vista storico, sociologico, politico, culturale, e positivi, sarebbe un bel segnale se l'amministrazione comunale di Sapri procedesse a rimuovere la statua o a farne correggere le fattezze. Sarebbe un bel segnale di civiltà, rispettoso della dignità delle donne che combattono quotidianamente per vedere affermati i loro giusti diritti di cittadinanza, che combattono quotidianamente per una società più giusta, più equa nell'affermazione dei diritti per tutti e per tutte", il messaggio indirizzato al municipio saprese.
"Noi, che abbiamo il compito di tutelare le donne vittime di discriminazioni di genere sui luoghi di lavoro, e sono tante, e di molestie, noi, che quotidianamente tocchiamo con mano e denunciamo come ancora la nostra società non sia strutturata a misura dei due generi, spesso restando inermi di fronte al crescente inconcepibile inaccettabile fenomeno del femminicidio e della violenza contro le donne nonostante i tanti sforzi per eliminare qualsiasi forma di discriminazione spesso basata sui rapporti diseguali nella società e su una cultura ancora fortemente impregnata di stereotipi sessisti, noi, a nome di tutte coloro che hanno e hanno avvertito ed avvertono lo stesso disagio, sollecitiamo la rimozione di questa statua o, comunque, una sua modifica che possa ben esprimere e celebrare la profonda emotiva e affettiva sensibilità della Spigolatrice di Sapri che effettivamente partecipa alla sfortunata impresa di Carlo Pisacane di cui si è innamorata per la sua bellezza e per gli alti suoi ideali patriottici e dei suoi trecento audaci eroi divenendo, ella, il simbolo di chi ha combattuto e combatte per la libertà. Sicché, in tal modo, noi avvertiamo la responsabilità di difendere e di promuovere la necessaria rappresentazione delle donne del nostro tempo che, da eroine moderne, combattono per il loro quotidiano risorgimento con intelligenza, determinazione e con i saperi", la riflessione a firma di Lomazzo, Luciano, Staiano, Calabrese, Buonfiglio e Petrone.