Un dolore che non potrà mai passare, e forse nemmeno la rabbia. Per una tragedia ancora in attesa di una verità giudiziaria che tarda ad arrivare. Alessio Feniello, il papà del giovane salernitano Stefano morto a Rigopiano nel 2017, usa parole durissime contro le istituzioni.
In una intervista rilascia ad Abruzzolive, torna a puntare il dito: " "Mio figlio è stato ucciso dalle istituzioni e dalla loro incapacità. Sapevano di poter contare solo su un trattore da 300 euro per liberare le strade invase da metri di neve, e allora quell'albergo andava chiuso prima", ha detto. Nel mirino soprattutto gli amministratori del Comune di Farindola, dov'è avvenuta la tragedia.
Non solo. Feniello pone un secco "no" all'ipotesi di realizzare un monumento al posto dell'hotel travolto dalla valanga. "Prima l'albergo serviva a richiamare turisti e a creare economia in paese. Adesso c'è l'idea di realizzare, in quel posto, un monumento alla memoria anche per far ripartire l'economia locale. "Vogliono usare la vita dei nostri figli, quindi anche del mio, per questo. Non si può pensare di sfruttare così la vita di mio figlio e degli altri che non ci sono più. E' offensivo. Si dovrebbero vergognare, anche a dichiararle pubblicamente, certe cose", l'atto d'accusa scandito nel corso dell'intervista alla web tv abruzzese.