Lorezo Forte, vice presidente dell'associazione Help - Tutela e Sostegno dei Consumatori, da sempre a tutela dei cittadini, denuncia delle criticità riscontrate al centro vaccinazione per ultraottantenni dell'ospedale Ruggi di Salerno.
"Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni, nella giornata del 10 marzo, in merito alle modalità di somministrazione dei vaccini anti Covid-19 destinati alla popolazione ultraottantenne della nostra città. - scrive - In particolare, tra le varie notizie ricevute, ci teniamo a riportare la scena sconcertante vissuta dalla Sig.ra L.C., vigile urbano a Pescara, che ha accompagnato la madre per l’iniezione del vaccino."
La vicenda della signora L.C. è raccontata in una missiva indirizzata al Ministro Salute, al Prefetto di Salerno, al Difensore civico per la Salute Regione Campania, all’ASL Salerno e al Sindaco di Salerno.
"La prima scelta che ci lascia perplessi è quella compiuta dall’amministrazione sanitaria di predisporre il centro vaccinale all’interno dell’ospedale Ruggi d’Aragona: scelta a nostro giudizio pericolosa ma probabilmente dettata dalla carenza di personale sanitario. Tale decisione non garantisce e tutela il diritto alla salute dei cittadini, soprattutto di quelli più anziani, fascia debole per antonomasia.
Ci chiediamo infatti come l’ASL abbia partorito la scelta di localizzare il centro vaccinazioni anti Covid-19 all’interno della struttura ospedaliera, laddove a fine febbraio il Sindaco dichiarava di aver individuato ben dodici centri vaccinali (Centro Sociale, zona Matierno, cinema Augusteo, ecc.), non ancora attivati o comunque non operativi a pieno regime.
In tutta Italia i centri vaccinali sono dislocati nei centri fieristici o sportivi in quanto zone vaste e non pericolose, ove è possibile rispettare le norme di distanziamento e tutte le regole anticontagio che oramai ci accompagnano da un anno, e ciò accade nella maggior parte delle città di Italia. In particolare a Siena, dove io stesso, per motivi di salute, mi sono recato diverse volte, ho avuto modo di osservare un’organizzazione capillare con controlli efficaci e con la presenza di vigilanza, anche in merito al rispetto dell’orario della prestazione medica da ricevere, o nella stessa Napoli, dove i vaccini vengono somministrati all’interno dell’ampia struttura della Mostra d’Oltremare, o a Pescara dove, per quello che ci racconta la Sig.ra L.C., addirittura è stata predisposta la filodiffusione musicale per allietare l’attesa dei pazienti.
Invece, nella nostra città, quello che accade è paradossale oltre che gravemente pericoloso: la struttura ospedaliera non è assolutamente idonea a fare da centro vaccinale, in quanto potenzialmente idonea alla diffusione del virus e soprattutto già di per sé gravemente congestionata.
Ed infatti la testimonianza della Sig.ra L.C. ci lascia basiti: all’ingresso della struttura ospedaliera il primo problema è il parcheggio (a pagamento) completamente saturo e la lunga fila di veicoli che costringe gli accompagnatori a far scendere i propri genitori o nonni dalle vetture, abbandonandoli soli, in piedi, all’aperto, in attesa del ritorno del familiare che nel frattempo è intrappolato nel traffico veicolare, se va tutto bene, per almeno quaranta minuti.
La Sig. L.C. ci racconta addirittura che, nell’attesa, un signore anziano si è anche sentito male ed è stato necessario l’intervento dell’ambulanza.
Oltre al problema strutturale del parcheggio denunciamo che, superato questo primo scoglio, non c’è alcun percorso protetto per i pazienti e non c’è nessun controllo da parte dei vigili urbani sul piazzale adiacente al CUP: anzi, gli stessi erano impegnati a fare multe alle auto in sosta vietata all’esterno dell’ospedale. Appena prima dell’ingresso, poi, la carenza di spazi idonei ad accogliere l’utenza genera un pericolosissimo assembramento di decine e decine di persone, tra chi aspetta e spera di entrare quanto prima per ricevere l’iniezione del vaccino (mischiati tra prima e seconda dose) e chi attende il ticket.
Come se ciò non bastasse, una volta superata la lunga attesa, per entrare nell’ambulatorio, ci si rende conto che gli spazi predisposti non sono per niente idonei: le sale mediche in totale sono sei e la stanza di attesa “post vaccino” (da protocollo bisogna far attendere il paziente 15/20 minuti dopo la somministrazione) è addirittura una sola: in tale piccolo locale automaticamente si aggregano circa 50/60 persone (tra pazienti ultraottantenni e i loro accompagnatori) in poco più di dieci minuti.
È avvilente che una struttura ospedaliera, sicuramente formata da dipendenti qualificati e gentili ma dilaniata dalla carenza di personale e già di per sé congestionata, venga utilizzata per assembrare le persone anziane nella “bocca del leone”, anziché tutelarli.
Sarebbe stato infatti molto più razionale e sicuro fare un centro vaccinale nella vastissima zona Arechi, anche all’interno dello Stadio sportivo e nei suoi corridoi che sono ampi, arieggiati e coperti: tuttavia ciò sarebbe stato possibile solo ed esclusivamente con un maggior numero di personale sanitario a disposizione del programma vaccinale.
Denunciamo pertanto l’organizzazione vergognosa dell’ASL di Salerno, l’ennesimo fallimento della loro macchina logistica che mette a rischio la salute delle persone anziane a causa di un sistema sanitario fragile, distrutto dai numerosi tagli alla sanità effettuati dalla Regione Campania negli anni addietro.
Oggi, 11 marzo, altri utenti ci hanno segnalato il disagio che vivono, mandandoci delle foto scattate stamattina alle 9.45, che mostrano assembramenti, mancanza di vigilanza e disorganizzazione! Ci auguriamo che la nostra denuncia attraverso questa lettera aperta, possa far muovere le Istituzioni, riorganizzando in modo più sicuro le vaccinazioni, e che soprattutto l’Asl assumendosi le sue responsabilità metta mano all’organizzazione cercando di ristabilire sicurezza e assistenza adeguata alle necessità del caso.
Chiediamo, in merito, l’intervento del Prefetto, del Difensore civico per la Salute Regione Campania e del Ministro alla Salute per una pronta soluzione. "