“La mala sanità praticata negli ospedali azienda, può uccidere!” Sono le parole con cui Vito Caiafa inizia, via social, il suo lungo post denuncia in merito l'episodio che sarebbe potuto costare la vita alla sua compagna Tina. Il racconto di una vicenda che attraversa l'Italia per poi concludersi a Salerno dove, stando a quanto riportato, un lungo calvario fatto di attese, stanze non idonee e giorni di digiuno mette in evidenza dei gravi episodi di mala sanità.
Tutto ha inizio lo scorso 10 novembre quando la coppia da Sapri parte diretta a Torino dove Tina viene sottoposta ad un delicato intervento di alta chirurgia alla schiena. “Un intervento invasivo, ma riuscito perfettamente e quindi risolutivo.” Sottolinea Vito nel suo racconto.
Tina viene dimessa dopo pochi giorni, ma la coppia resta ancora una settimana a Torino in quanto la donna, debilitata dall'operazione, non era ancora in grado di viaggiare. “Nei giorni successivi, Tina accusava un dolore al fianco sinistro e gli si era gonfiata pure la gamba nello stesso lato: abbiamo fatto presente l'inconveniente alla dottoressa che ha tolto i punti di sutura; e la stessa, ci rassicurava che era tutto nella norma.” Prosegue Vito.
Una volta rientrati a Sapri, la dottoressa di base sottopone Tina ad un ecocolordoppler. Dall'esame emerge la presenza di una sacca di sangue di ben 20 centimetri nel fianco sinistro. “Panico e corsa in ospedale di Sapri per una tac urgente che conferma dell'accumulo di sangue e ricovero. - Racconta Vito, non nascondendo la preoccupazione di quei momenti - C'era il timore di emorragie interne in corso”
Per questo, viene disposto il trasferimento in serata nella chirurgia d'urgenza al Ruggi di Salerno. Ma è proprio qui che, secondo il racconto di Vito, inizia il “dramma”. “In piena emergenza covid, con mancanza di posti letto, dopo ore in barella trovano un posto, ma la mettono nella "stanza sbagliata" sporcizia, acqua gialla dal rubinetto, cibo sempre freddo ...e 4 giorni a digiuno perchè gli dovevano fare una tac che rinviavano continuamente.” Come se non bastasse, a peggiorare un quadro clinico e una situazione già complessa, la donna contrae anche il Covid-19.
“Si era creata una situazione tragica e senza via d'uscita, pensavamo davvero di non farcela. Ci trovavamo in una situazione surreale e inaspettata e a lei continuavano a spostarla nei reparti dello stesso ospedale.”
“Su mia richiesta, sono intervenuti gli amici di Cittadinanza attiva, il dirigente Regionale Lorenzo Latella, Margaret Cittadino del Tribunale del diritto del malato di Salerno, e Domenico Vrenna della CGIL sanità. Grazie a loro e all'intervento del Sindaco di Sapri Antonio Gentile presso il direttore generale dell'asl di Salerno, siamo riusciti a monitorare la situazione.” Ricorda l'uomo, ringraziando i tanti che lo hanno aiutato nel difficile momento.
“Per fortuna Tina è sempre stata asintomatica e nn ha sviluppato la malattia, altrimenti sarebbe stata la fine. La sanità va riformata e potenziata sul territorio, abbiamo tantissimi medici e infermieri di eccellenza e che fanno proprio il "giuramento d'Ippocrate" … Altri invece pensano a trarre profitto sulla pelle delle persone.” La denuncia dell'uomo, che incalza “Gli ospedali non possono essere aziende, gli ospedali nn devono trarre profitto, Ma devono curare”.
Nei prossimi giorni, dopo oltre 40 giorni, Tina dovrebbe finalmente tornare a casa.