Infermiere positivo al Ruggi: "Più attenzione a chi è a casa"

Una lettera scritta di pugno da Raffaele Sicignano, positivo al Covid-19

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Salerno.  

Una lettera, scritta di pugno, per cercare di essere "positivo" dopo 15 giorni di quarantena obbligatoria. Raffaele Sicignano, operatore sanitario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno è risultato positivo al tampone per Covid-19 circa due settimane fa. In questi giorni di chiusura e preoccupazione, di voglia di tornare al lavoro e rivivere la quotidianità, Raffaele ha scritto una lettera, anche per evidenziare alcune carenze del sistema sanitario attuale. 

"Sono in buone condizioni, sono a casa in quarantena da quasi quindici giorni, legittimamente preoccupato per i miei familiari e per quanti sarebbero potuti rimanere contagiati visto il mio stato di salute", scrive Raffaele."Ce la faremo, ma sicuramente abbiamo tutti bisogno di maggiore attenzione da parte delle Istituzioni. Avremmo bisogno di essere seguiti nella nostra degenza domestica. Vorrei avere un quadro più preciso e completo del mio stato di salute. Ad oggi non sono stato sottoposto né ad una visita presso il mio domicilio, né ad un esame del sangue, una radiografia per verificare che tutto stia andando nel verso giusto. Spero di uscirne presto, in attesa del secondo tampone, ma bisogna fare di più".

"Ho deciso di scrivere qualche riga, per combattere la solitudine, perché essere “un positivo” oggi ti fa accorgere di quanto sia importante la solidarietà tra uomini e donne. Io sono un infermiere, molti ci definiscono “eroi”, ma in realtà siamo semplicemente uomini e donne che prestano il loro servizio a tutela dei cittadini nelle strutture ospedaliere. Voglio tornare al mio lavoro, tra i miei pazienti, tra i miei colleghi, con la speranza di ricevere l’affetto di cui tutti noi abbiamo bisogno, ma che, ripeto, in alcuni momenti ho sentito venir meno. Tornerò a lavorare, cercando di garantire a me e i miei colleghi la maggiore sicurezza possibile, perché il virus resta, il pericolo è ancora alto e non bisogna allentare l’attenzione nella cosiddetta “fase 2”. La sicurezza dei pazienti passa anche per quella di noi operatori. Uno sforzo comune dal più alto in grado, all’ultimo degli operatori, tutti insieme uniti per uscirne più forti, con un unico obiettivo “curare i cittadini” e garantire una sanità pubblica al servizio di tutti, investendo sempre di più in strutture e strumentazioni". Conclude, Raffaele.