Il segretario generale della Cisl Fp Salerno Pietro Antonacchio lancia un grido l'allarme sulla gestione dell'ospedale Da Procida riconvertito per l'accoglienza dei pazienti affetti da Covid 19. In una lettera indirizzata alla direzione aziendale del nosocomio di via Calenda e del Ruggi D'Aragona sottolinea i rischi per i lavoratori e per i pazienti. “Non è possibile lavorare in condizioni disarmanti ed apocalittiche per gli operatori sanitari chiamati per questa emergenza che giovani e forse al loro primo lavoro con coraggio si sono infilati in una “mischia infetta”, non ignari del pericolo che corrono, ma certamente inconsapevoli dell’approssimazione organizzativa in cui si sono lanciati.
Noi non cerchiamo colpevoli - precisa Antonacchio - ma se coloro che non riescono dall’esperienza maturata sul campo a farne tesoro, allora siamo costretti a ritenerli rei poiché non ammettendo i propri errori ed ostentando prassi non conformi al fine di garantire tutela e sicurezza di tutti, ci costringono a dover denunciare tali aspetti affinché chi ne ha la responsabilità penale ma soprattutto morale intervenga autorevolmente” tuona ancora Antonacchio che continua “non è ancora possibile che infermieri ed OSS hanno in dotazione D.P.I. di pessima qualità, non a norma, e di una struttura arrangiata nei lavori architettonici: ci riferiamo a camici e tute di materiale inefficace a prevenire il rischio biologico, comportando un alto rischio di contagio per i lavoratori, spogliatoi senza una zona filtro, stanze di degenza senza anticamera, mancanza di un percorso pulito/sporco, disposizione di efficienti sistemi di interfoni e diffusione sonora per comunicare con l’ esterno dei locali, ambienti a pressione negativa per impedire la dispersione nei reparti limitrofi di eventuali agenti patogeni, scarso approvvigionamento di materiale disinfettante.
Il tutto comportando un altissimo rischio di contagio e venendo meno nelle azioni di prevenzione e sicurezza, come viene indicato negli artt. 31-35 del d.lgs. 81/08. Oltre a ciò, le risorse umane reclutate non sono state ben addestrate, anzi, ma ammucchiate rendendole inefficaci nell’ espletamento delle loro funzioni, creando confusione e disagio all’ interno dell’unità operativa stessa”. Il segretario della Cisl conclude poi: “all’unità di crisi aziendale, in seno alla direzione strategica, al Direttore Medico di Presidio e al Responsabile U.O.C. Sub intensiva Covid-19 dello stabilimento Da Procida, una corretta gestione dei fatti sovraesposti, con l’intento di portare miglior beneficio ai pazienti assistiti, e soprattutto a tutelare la sicurezza dei lavoratori tutti.
Aspettiamo una risposta concreta e tangibile in tempi brevissimi, altrimenti saremmo costretti a denunciare il tutti agli organi ispettivi a tutela della sicurezza e salute dei lavoratori tutti, anche alla luce del fatto che il protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della sanità, dei servizi socio sanitari e socio assistenziali in ordine all’emergenza sanitaria da COVID-19 sottoscritto in data 24 marzo 2020 auspica e prevede il confronto preventivo con le rappresentanze sindacali aziendali e gli RLS.
Su tali aspetti, se e qualora non attivati, non faremo deroghe a nessuno, consapevoli che forse mai legalmente nessuno ne sarà responsabile, ma certamente tutti moralmente ne siamo coinvolti”.