Quattro comuni in quarantena, un intero comprensorio preoccupato per quello che a tutti gli effetti potrebbe essere un focolaio da coronavirus. L'ormai tristemente famoso raduno dei neocatecumenali che ha favorito il diffondersi del contagio nella parte meridionale della provincia di Salerno ha scetenato non poche polemiche. Ma su quelle che sono state le interpretazioni - e le versioni - dei diretti interessati delle prime ore, arrivano delle precisazioni. A farle, il vescovo della diocesi di Teggiano Antonio De Luca, "
"Queste persone hanno organizzato un incontro spirituale in un hotel ad Atena Lucana dove ha avuto luogo anche la celebrazione della Santa Messa. Ho immediatamente interpellato il sacerdote di sala consilina che ha celebrato. Ebbene, il sacerdote mi ha garantito che sono state categoricamente rispettate tutte le norme di prevenzione impartite dal vescovo, circa l’eliminazione del segno della pace, la distribuzione della comunione sulla mano e la distanza prescritta - le parole della guida della diocesi -. Inoltre ho avuto rassicurazione che nell’incontro del 4 marzo a Sala Consilina non è avvenuta alcuna celebrazione liturgica, se non un momento di catechesi, non in chiesa, bensì nei locali parrocchiali a ciò destinati. D’altra parte viviamo in momento delicatissimo ed anche per tutti noi della chiesa valgono categoricamente gli obblighi predisposti".
Insomma, il diffondersi del contagio favorito dall'aver utilizzato lo stesso calice sarebbe una circostanza smentita dai protagonisti del raduno. Ma il danno è comunque grande. "Sono molto addolorato per questa vicenda - riprende il vescovo De Luca -, che incide in maniera significativa sul tessuto sociale, comunitario, economico e relazionale. Tuttavia la consapevolezza della solidarietà e del vicendevole sostegno ci porteranno fuori da questa battaglia, con l’aiuto delle istituzioni preposte, il corpo sanitario cui va la nostra gratitudine, le forze dell’ordine ed i pastori che sono rimasti presenti in maniera continua nelle comunità. Apprezzo, infine, la determinazione del governatore della Campania Vincenzo De Luca e del Governo centrale, nonché l’impegno della Conferenza Episcopale italiana, perché grazie anche e soprattutto a queste misure sono sicuro che ne usciremo al più presto", conclude il vescovo salernitano.