Tragedia all'Università, Loia: «Presto osservatorio benessere»

Il rettore: «È una perdita tragica, i giovani vengono qui per vivere»

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Fisciano.  

Ufficialmente non aveva mai presentato domanda di rinuncia agli studi ma da anni non frequentava attivamente l’Università di Salerno. «La sentiamo ancora come una nostra studentessa iscritta al corso di laurea in Medicina», ha affermato questo pomeriggio il rettore Vincenzo Loia, visibilmente scosso per la tragedia avvenuta questa mattina al campus di Fisciano dove una 30enne si è lasciata cadere nel vuoto dall’ultimo livello del parcheggio multipiano. «È una perdita tragica che abbiamo vissuto. Tutta la nostra comunità esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia, agli amici, ai colleghi che in questi anni l’hanno conosciuta», le parole di Loia che ha sottolineato la responsabilità che i giovani consegnano nelle mani dell’Università. «È il momento forse per ricordare che i giovani vengono qui non solo per imparare cosa fare nel loro futuro, vengono qui per vivere», ha affermato Loia, ribadendo che l’Università ha sempre dato «importanza anche a questo aspetto di crescita, di comunità e continuerà a farlo».

Non a caso proprio martedì sarebbe stata discussa in Senato accademico una delle proposte studiate dall’Ateneo per sostenere anche psicologicamente chi vive i campus di Baronissi e Fisciano. «Proporre tre nuove figure professionali con profilo di supporto psicologico, ben consapevoli di quanto sia fondamentale per l’Università supportare anche questo tipo di aiuto, con la stessa responsabilità, lo stesso spirito di ferma decisione proprio per raccogliere questo tipo di disagi», ha affermato Loia che ha illustrato anche un altro progetto per il quale è già in corso in procedimento amministrativo. «Istituire un osservatorio sul benessere che vedrà tutto l’Ateneo e la sua comunità quindi docenti, personale tecnico amministrativo, sindacati e studenti coinvolti per studiare, monitorare e dare ulteriori risposte su cui il rettore conferma il nostro massimo impegno».