Christmas Charity gala, serata solidale a Baronissi

Evento il collaborazione con l'Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma

Baronissi.  

Il Natale è condivisione e solidarietà. È questo l'obiettivo della serata “Christmas Charity Gala”, che si terrà domani, domenica 22 dicembre alle ore 20.00 presso il ristorante dell'Hotel dei Principati di Baronissi. Ancora una volta dalla disperazione nasce una speranza attraverso l’intuizione di quattro amiche per mantenere vivo il ricordo di Anna, in collaborazione con l’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma.

 L’evento è teso a promuovere la raccolta fondi per l’Associazione NB così come è avvenuto in occasione del concorso fotografico di Overline Jam, con la vendita di uova di Pasqua la scorsa primavera e con il recente aperitivo solidale al Museo Frac. 

 «Abbiamo pensato a questa cena – spiegano le quattro amiche,  Francesca Pisano, Annarosa Pisano, Rita Caruso e Francesca Landi – come a un’occasione per vivere l’atmosfera natalizia in un modo diverso, sostenendo la ricerca e ricordando sempre la nostra Anna. Il 22 dicembre quindi, presso il ristorante “La Sfera”, all’interno dell’Hotel dei Principati di Baronissi, si terrà, dalle ore 20, un momento di unione e di condivisione, di convivialità, di ricordi, ma anche di speranza. Buona parte della quota di partecipazione al “Christmas Charity Gala” sarà devoluta ai Progetti di Ricerca dell’Associazione NB, con la quale abbiamo ormai instaurato un rapporto di fiducia e di collaborazione. La struttura che ci ospita ha accettato subito la nostra proposta, ci è venuta incontro con molto empatia, pronta ad aiutarci».

 È possibile prenotare la cena contattando i recapiti in locandina, WhatsApp 328 457 76 22, oppure sulla pagina evento FB. Il costo della cena è di 30,00 euro di cui 10,00 euro saranno devoluti all’associazione. Il menù comprende un antipasto, un primo piatto, un secondo piatto, dolce più vino e bevande incluse.

 «Vi aspettiamo il 22 dicembre per brindare insieme al Natale e alla solidarietà nel ricordo di Anna – concludono sorridendo – Inoltre al ristorante La Sfera si mangia molto bene. Vi aspettiamo numerosi. Sosteniamo la ricerca, perché la ricerca è VITA!

Il Neuroblastoma è un tumore dell’infanzia molto aggressivo che si presenta nella maggior parte dei casi con metastasi allo scheletro e al midollo. Neuroblastoma e tumori cerebrali sono ritenuti le prime cause per malattia in età prescolare.

 L’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma, riconosciuta dal Ministero della Salute, è nata presso l’istituto “Gaslini” di Genova nel 1993 per volontà di un gruppo di genitori direttamente coinvolti e di oncologi che ne curano i figli ammalati. Ad oggi conta oltre 120mila sostenitori su tutto il territorio italiano.

Sin da allora la mission è sconfiggere il Neuroblastoma e i Tumori Solidi Pediatrici attraverso progetti di ricerca innovativi volti ad individuare nuove ed efficaci terapie e cure personalizzate. A tale scopo l’Associazione si occupa di: raccogliere fondi per sostenere la ricerca scientifica sul Neuroblastoma e i Tumori Cerebrali Pediatrici; creare e mantenere una rete territoriale di interlocutori che promuovano la mission e favoriscano l’adesione alle attività e il loro sostegno; sostenere programmi cooperativi di attività clinica e scientifica; promuovere e coordinare l’attività di enti che abbiano scopi affini.

 In tutti questi anni sono stati raccolti circa 18 milioni di euro che hanno consentito il sostegno di progetti di ricerca fondamentali e propedeutici ai risultati ottenuti nel corso degli anni, soprattutto cure sperimentali per i piccoli malati.

Grazie anche alle ricerche sostenute dall’Associazione, negli ultimi 20 anni si è passati dal 10% di sopravvivenza al 65% per i casi meno gravi. Purtroppo però per i casi più aggressivi, quelli con metastasi a scheletro e midollo, che sono i più frequenti, c’è ancora molta strada da fare: solo 1 bambino su 4 oggi sopravvive.

In 12 anni dall’avvio del “Progetto Pensiero”, rivolto ai tumori cerebrali infantili, si è riusciti a ridurre a zero l’errore alla diagnosi, inizialmente del 36%. Questo significa poter assicurare cure più tempestive, mirate ed efficaci.