La figlia di Borsellino: "Mio padre abbandonato dallo Stato"

L'incontro con gli studenti salernitani per ricordare il giudice ucciso dalla mafia

"Bisogna fare in modo che questo esempio, fatto da uomini che hanno sacrificato la vita, diventi un patrimonio" ha dichiarato Fiammetta

Salerno.  

Un incontro nel nome della legalità e nel ricordo di Paolo Borsellino. Si è svolta questa mattina presso l’Istituto Galilei - Di Paolo di Salerno l’iniziativa con gli studenti salernitani e Fiammetta Borsellino, figlia del giudice ucciso dalla mafia, insieme agli uomini della sua scorta, il 19 luglio 1992. Gli studenti hanno avuto modo di approfondire la storia di Borsellino tramite la testimonianza che Fiammetta, da diversi anni, porta presso le istituzioni, le scuole e in diverse città italiane, in modo da non dimenticare la strage di Via D’Amelio.

“Oggi parliamo di legalità, considerata non solo come il rispetto della legge ma come valore della nostra società. La legalità è il sunto di più valori, di giudizi, di ragionevolezza e intelligenza, non esiste legalità senza civiltà. Non esiste civiltà senza legalità”. Ha dichiarato l’avvocato Luca Monaco, il primo a prendere parola durante l’incontro con i giovani. Diverse le classi dell’istituto presenti, tutti pronti ad aprire un dibattito e con tante domande e dubbi da voler risolvere.

L’incontro è stato fortemente voluto dal Dirigente scolastico, Emiliano Barbuto, coadiuvato dalla professoressa Antonella Mazzeo ed è stato reso possibile grazie all’associazione Nova Juris promotrice dell’evento e al suo presidente, Luca Monaco. Hanno preso parte all’incontro anche gli avvocati Pasquale Ferrante e Giuliano Grimaldi.

“Il problema della criminalità organizzata sussiste in forme diverse, rispetto a 27 anni fa. Con i ragazzi non ci si limita a un mero racconto ma bisogna fare in modo che questo esempio, fatto da uomini che hanno sacrificato la vita, diventi un patrimonio. E’ importante che questi valori siano messi in pratica a partire dal cambio delle coscienze e delle nuove generazioni”. Questo l’obiettivo che spinge Fiammetta Borsellino a continuare a raccontare una storia che ha vissuto da vicino. Una storia dolorosa che deve essere da testimone per le generazioni future.

“Mio padre diceva sempre ‘morirò quando la mafia avrà assoluta certezza che sarò rimasto da solo e quando altri lo permetteranno’. Da queste parole si sente la sensazione forte di una solitudine e di un abbandono a partire proprio dalle istituzioni, da quello che Stato che avrebbe dovuto difendere e proteggere uomini che portavano avanti un lavoro del genere”. Ha concluso, Fiammetta Borsellino.   

Clicca qui per vedere il servizio con l'intervista a Fiammetta Borsellino andata in onda nel tg di Ottochannel 696