All’Isola Verde Restaurant di Pontecagnano Faiano si è tenuta un’asta di beneficenza, contestualmente ad una cena, per sostenere il progetto “Sclerosi Multipla: giovani mamme e bambini”, promosso dalla onlus “Trenta Ore per la Vita” in collaborazione con Aism (Associazione italiana sclerosi multipla). Alla serata ha partecipato Lorella Cuccarini, testimone e socio fondatore di “Trenta Ore per la Vita”.
L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con l’associazione ArtetrA e la Prince Art Casa d’aste. 120 opere di arte contemporanea sono state donate da diversi artisti e sono state battute all’asta da Armando Principe, presidente della Prince Art Casa d’aste.
Il ricavato della serata è stato devoluto all’associazione “Trenta Ore per la Vita” e contribuirà a realizzare il progetto “Sclerosi Multipla: giovani mamme e bambini” in collaborazione con Aism. L’obiettivo è quello di offrire gratuitamente a giovani donne e mamme con la sclerosi multipla e alle loro famiglie una rete di protezione in 50 città italiane attraverso una équipe composta da professionisti e volontari, in grado di fornire un servizio personalizzato agli interessati.
«In questi 25 anni di Trenta Ore per la Vita ho visto il mondo in maniera diversa perché mi sono resa conto che possiamo mettere a disposizione di chi non ha voce una popolarità che, altrimenti, rimarrebbe molto effimera – ha affermato Lorella Cuccarini, testimone e socio fondatore di “Trenta Ore per la Vita” –. Se la sfruttassi solo per tornaconto personale credo che non mi darebbe neppure così tanta gioia. Invece, messa a disposizione di tante cause sociali, è servita ad aumentare il rapporto di fiducia con il pubblico. Oggi abbiamo una comunità di donatori di oltre un milione di persone». Lorella Cuccarini ha poi illustrato, nello specifico, il progetto. «Grazie alla bellezza delle opere d’arte potremo realizzare una qualità della vita maggiore a tutte quelle persone che aspettano il nostro aiuto – ha detto – Un team specializzato farà in modo che le giovani donne e mamme possano vivere con maggiore serenità quelle condizioni del quotidiano che a noi sembrano normali ma che sono difficili per chi è affetto dalla sclerosi multipla». Soddisfazione è stata espressa dalla presidentessa di ArtetrA, Veronica Nicoli: «La nostra collaborazione con “Trenta Ore per la Vita” ha avuto inizio lo scorso anno con un’asta di beneficenza. Siamo felici ed onorati di dare, anche quest’anno, il nostro contributo ad una nobile causa che aiuterà tante donne a vivere più tranquillamente la propria maternità e quotidianità».
Progetto - Ogni giorno in Italia 6 donne scoprono di avere la sclerosi multipla: sono per lo più giovani donne o giovani mamme (tra i 20 e i 40 anni) e da quel momento la loro vita e quella dei loro figli viene stravolta completamente. Si stima che in Italia le giovani donne con sclerosi tra i 16 e i 44 anni siano 33mila: spesso mamme o future mamme che stanno affrontando o dovranno affrontare le numerose sfide che la malattia comporta. Nonostante questi numeri, solo l’8% della popolazione sa che la sclerosi multipla è una malattia prevalentemente femminile (Indagine Doxa 2016).
Attraverso una équipe composta da psicologi, legali, professionisti e volontari, “Trenta Ore per la Vita” e Aism saranno al fianco delle giovani donne e delle mamme con sclerosi multipla per garantire loro un’assistenza personalizzata e domiciliare in tutte le attività quotidiane e nella loro sfida contro la malattia.
La rete di protezione sarà attiva in 50 città italiane con 100 volontari qualificati nell’accoglienza, nell’orientamento e nell’informazione, 650 volontari impegnati nelle attività e servizi di supporto diretto, 40 donne con sclerosi volontarie per il confronto alla pari e per lo scambio di esperienze, 70 psicologi formati per l’attivazione di percorsi di supporto psicologico ed emotivo, 40 consulenti legali per la consulenza in tema di tutela dei diritti soprattutto in ambito lavorativo. Si stima siano 12mila le potenziali donne con sclerosi multipla che potrebbero beneficiare del progetto, mentre dovrebbero essere 10mila le persone che, indirettamente, potranno trarre dei benefici dalla rete di protezione rivolta alle donne: ovvero tutta la rete famigliare e sociale attorno alle mamme.