Il nostro Paese, quella bella penisola immersa nei suoi colori, in queste settimane è stato sfregiato, come spesso è capitato nella storia, dalle stesse mani di sempre. Questa volta hanno preso i pennarelli e hanno deciso di colorare, regione per regione, tutta l’Italia provando a racchiudere un virus, che ha superato oceani e montagne, in immaginari e inesistenti confini regionali.
I cittadini vivono il caos continuo, la confusione totale, l’abbandono assoluto di un Paese al quale si cambia colore ogni giorno, dove a proliferare sono i Dpcm e le norme in un delirio di parole, dichiarazioni e dirette social che creano un turbinio di informazioni nelle quali ci si perde, si annega e ci sente soli e disorientati.
Ad emergere in questa pandemia è stata la natura fondante della nostra struttura istituzionale e della classe dirigente italiana: L’INCOMPETENZA.
Gli incompetenti sono stati selezionati per decenni, sono stati individuati, promossi e votati, gli è stato messo il futuro di tutti noi nelle mani. Gli incompetenti sono arrivati nelle stanze dei bottoni e ora li premono a casaccio o addirittura si voltano altrove mentre tutto rischia di affondare.
La classe dirigente italiana non è mai stata selezionata per merito ma per mediocrità, cooptata per fedeltà ai vertici e non allo Stato. Questa classe dirigente, che ha invaso le istituzioni ad ogni livello dai comuni al governo nazionale, passando per le regioni, sembra oggi intenta a giocare ad un Risiko cinico nel quale si colorano le regioni sulla pelle di un popolo che questa classe dirigente ha scelto forse per somiglianza.
In questo continuo colorare il Paese servirebbe un bel pennarello bianco per cancellare alcune cose.
Con un tratto bianco sarebbe bello poter cancellare quelle stupide parole di marzo, dall’“andrà tutto bene” del presidente Conte, al “non si ferma” degli imprenditori fino al “è solo un’influenza” dei negazionisti.
Eliminare per sempre la mancanza di un piano pandemico nazionale vero che ci ha fatto trovare senza mascherine per quelli che prima abbiamo mandato a morire e poi abbiamo chiamato eroi.
Con quel bianco intenso del pennarello bisognerebbe cancellare i 3 mesi di tregua che ci ha dato il virus dopo i quali ci troviamo ancora impreparati, perché abbiamo solo 5mila posti in terapia intensiva che sono nulla a confronto con i 50mila della Germania, quei mesi nei quali riaprire le discoteche era diventata una priorità, quei mesi nei quali molti dicevano che l’incubo era finito e altri parlavano di recovery fund.
Con quel pennarello bianco bisognerebbe cancellare tutti i commissari e tutti i gestori della sanità di ogni regione, a partire da chi non sapeva neanche di dover fare un piano anti-covid, sostituito da un genio convinto che per prendersi il covid bisogna baciarsi “in bocca con la lingua per non meno di 15 minuti”, per arrivare a chi invece nel cuore del primo focolaio con le file di bare aveva dimenticato di ordinare i caschi Cpap.
Un pennarello con cui cancellare quel Titolo V che ci ha regalato le parole da sceriffo con le quali un presidente si era convinto di esser diventato un re e minacciava lanciafiamme ed esecuzioni pubbliche, e gli inaccettabili tweet con cui un altro stonato autoproclamatosi monarca ligure teorizzava il geronticidio di massa.
Un pennarello per colorare di bianco i virologi a gettoni pronti a dire la propria verità ad ogni talk show, senza preoccuparsi di contraddirsi.
Un pennarello che possa cancellare questa orrenda pandemia perché, si è vero in tutta Europa e in tutto il mondo la situazione è grave ma solo qui si discute all’infinito e solo qui abbiamo assistito al crollo di una classe dirigente triste e ridicola.
Questo non è più il tempo delle chiacchiere e dei giochetti. Questo dovrebbe essere il tempo della competenza, della serietà e dell’azione. Si posino dunque questi pennarelli, si mettano da parte gli incompetenti e si cominci a decidere davvero.