“Potranno tagliare tutti i fiori ma non fermeranno mai la primavera”, scriveva Pablo Neruda contro la dittatura che massacrava il suo Paese. Oggi davanti alle immagini dell’erba che è cresciuta tra i sanpietrini di Piazza Plebiscito a Napoli li bisognerebbe invertire il ragionamento. Il mondo continua a girare, la natura non si ferma, la primavera non si chiude in casa e l’erba si riprende ciò che l’uomo le ha tolto.
In quella Piazza che ha rappresentato il degrado e poi il rinascimento della città, cresce un tappeto verde che unisce il Palazzo Reale alla chiesa di San Francesco di Paola, un monito colorato per chi continua a parlare a vanvera di Fasi e Pil.
In quello spazio enorme sempre pieno di vita, non ci sono più i turisti e i ragazzini con i loro palloni sono scomparsi da settimane. Il sole però sbatte con la stessa vivacità incurante delle assenze.
Il mare, da Possilipo a via Caracciolo, è tornato trasparente, si vede un fondale che intere generazioni hanno solo immaginato, e quell’azzurro che tanto abbiamo amato ora finalmente diventa reale.
Sono immagini profonde che devono costringerci a cambiare prospettiva. L’essere umano non è essenziale, anzi. Siamo solo una parte di un universo che gira nonostante i nostri errori. Senza di noi il mondo è più pulito, più colorato e più vivibile per tutti gli altri.
Mentre siamo chiusi in casa la città riprende ossigeno e si ripulisce dalle nostre impurità, si cura le ferite che le abbiamo inferto, e fa asciugare al sole il sangue che le abbiamo versato addosso. Lo fa con la calma, sotto un sole che, quasi per dispetto, fa sentire tutta la primavera.
In sottofondo a disturbarla ci sono le polemiche di chi non ha nulla da dire. C’è la lotta delle pizze, delle pastiere e delle colombe. C’è l’ennesimo scontro istituzionale che non servirà a nulla se non a dare un po’ di dirette televisive a qualcuno. C’è il continuo denigrare di quelli che scoprono increduli che Napoli è civile, ha i medici e le eccellenze e lo dicono esterrefatti e arrabbiati.
Ma tutte queste voci che si accalcano sono solo un brusio di sottofondo, la città non ci bada. Lei si sta ripulendo, si sta facendo ancora più bella per quando torneremo in strada.
Dopo questa quarantena, noi, che Napoli la attraversiamo ogni giorno, e chi prova in ogni modo a calpestarla, avremo l’obbligo di rispettarla. Ora che siamo coscienti che Napoli anche senza di noi continua a vivere, ora che abbiamo finalmente visto il colore del nostro mare e che l'erba ancora cresce non potremmo più far finta di niente.